TgR Piemonte, martedi 12 novembre 2013: “Chiunque ha visto oggi in cantiere ha visto la macchina ha visto la talpa si rende conto che al di là di quelle che possono essere le opinioni ehh si è reso conto della irreversibilità dell’opera”.
Dizionario Treccani: irreversìbile, aggettivo detto in genere di qualsiasi cosa che non può essere invertita, rispetto al movimento, all’equivalenza, al rapporto logico, ecc.: moto, direzione, processo, sviluppo, per leggi storiche irreversibili. Usato in chimica, fisica, economia, meccanica, medicina, filosofia.
Dunque, irreversibile come la Salerno Reggio Calabria, che ingoia da cinquant’anni milioni di soldi pubblici, senza restituirli in un’opera utile e compiuta. Come le “decisione irrevocabili” che Mussolini annunciò il 10 giugno 1940, spedendo il paese in una guerra devastante e perduta. Come l’inchino del capitano Schettino o il dentifricio fuori dal tubetto. Come una bocciatura a scuola o la calvizie.
Irreversibile come le verginità perdute o l’arrosto bruciato. Come il calzino rosso nella lavatrice di bianco o la formattazione del pc. Come la merda dal culo o una scoreggia nello spazio di bossiana memoria. Come il consumo dei combustibili fossili e i cambiamenti climatici.
Irreversibile come il decadimento radioattivo dell’uranio nelle rocce d’Ambin morsicate dalla talpa ormai irrefrenabile. Come la reazione nucleare a catena che ha spianato Hiroshima e Nagasaki, o come lo strategico piano “R” del generale Ripper nel Dottor Stranamore. Come il doppio fallo nel tennis, due poker di sette a pinnacola, il rigore di Baggio nel 1994.
Irreversibile come l’entropia, come l’estinzione dei dinosauri, della tigre dai denti a sciabola, del dodo. Come l’Alzheimer, come un cancro non curato, come il mesotelioma provocato dall’amianto, quello che la talpa inarrestabile sveglierà dalle rocce della val Susa. Irreversibile come la diossina a Seveso, i fanghi dell’ACNA a Cengio, i metalli pesanti a Taranto, i rifiuti tombati in Campania. Come il consumo di suolo in Italia, con il deserto biologico che irreversibilmente asfalto e bitume producono. Come la sterilizzazione, come l’odioso numero tatuato dai nazisti sul braccio dei deportati. Come il coma, lo stupro, l’omicidio. Come la forca e la ghigliottina.
Irreversibile come la morte.
L’elenco potrebbe continuare a lungo. Ognuno può aggiungere esempi divertenti o tragici, tutti inesorabilmente negativi.
Per ora fermiamoci qui, con l’ultima analogia: irreversibile come il Titanic, architetto?
Luca Giunti