Abbiamo intervistato Luca Mercalli in merito alla nuova cava di Caselette per meglio comprendere l’impatto ambientale che quest’opera avrà sul territorio. Purtroppo, le nostre preoccupazioni si rivelano fondate. Siamo di fronte all’ennesima devastazione e consumo indiscrimato di suolo in un momento nel quale le scelte da fare, da un punto di vista ambientale e di sostenibilità, sarebbero ben altre. Per maggiori informazioni sul consumo di suolo in Italia è possibile approndire al link dell’Ispra, nello specifico al Rapporto Nazionale “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2022”. Nel rapporto si evidenzia come, con una media di 19 ettari al giorno, il valore più alto negli ultimi dieci anni, e una velocità che supera i 2 metri quadrati al secondo, il consumo di suolo torna a crescere e nel 2021 sfiora i 70 km2 di nuove coperture artificiali in un solo anno. Il cemento ricopre ormai 21.500 km2 di suolo nazionale, dei quali 5.400, un territorio grande quanto la Liguria, riguardano i soli edifici che rappresentano il 25% dell’intero suolo consumato. Tra il 2006 e il 2021 il Belpaese ha perso 1.153 km2 di suolo naturale o seminaturale, con una media di 77 km2 all’anno a causa principalmente dell’espansione urbana e delle sue trasformazioni collaterali che, rendendo il suolo impermeabile, oltre all’aumento degli allagamenti e delle ondate di calore, provoca la perdita di aree verdi, di biodiversità e dei servizi ecosistemici, con un danno economico stimato in quasi 8 miliardi di Euro l’anno.
Ecco perchè contrastare un’opera come la cava di Caselette che ha irrimediabilmente distrutto un terreno agricolo pregiato è un torto imperdonabile, se aggiungiamo che parte del deposito sarà costituito da materiale proveniente dal cantiere di San Didero per la costruzione del Tav il quadro è completo.
Mobilitiamoci ia difesa del territorio! No al Tav!
Buona visione!