La Commissione Trasporti della Camera dei Deputati nei giorni scorsi ha approvato un emendamento presentato da Roberto Rosso, vicepresidente di Forza Italia, che ha l’obiettivo di estendere ad altri sette Comuni la qualifica di aree di interesse strategico per procedere con i lavori del Tav.
I nuovi comuni interessati dall’emendamento sono Bruzolo, Bussoleno, Giaglione, Salbertrand, San Didero, Susa e Torrazza Piemonte, secondo Telt l’inizio dei lavori in queste aree avverrà nel 2022. Come già è noto a Salbertrand si tratterà di insediare la fabbrica dei conci, a Susa la stazione internazionale e altre aree di deposito, a Bussoleno il ponte di raccordo tra le due linee ferroviarie e il deposito di smarino a Torrazza, dove da alcuni anni diversi cittadini si sono riunito in un comitato No Smarino che si batte contro l’eventuale possibilità del trasporto e stoccaggio di tali rifiuti nelle zone interessate. Questa estensione implica un allargamento dei “fronti aperti” sin nel Chivassese, zona in cui, tra l’altro, recentemente gli abitanti si stanno mobilitando anche contro la possibilità che la zona venga scelta per il deposito nazionale di rifiuti radioattivi.
La mozione è stata sottoscritta anche da un altro deputato forzista, Diego Sozzani, fervente SI TAV che a breve andrà a processo per corruzione nel quadro di un’inchiesta che riguarda un sistema di appalti e finanziamenti illeciti in Lombardia. L’estensione delle aree di interesse strategico secondo i sostenitori dell’opera servirà a velocizzare i lavori del Tav. È risaputo che quando in Val Susa viene aperto un nuovo cantiere le priorità restano militarizzare la zona e restringere gli spazi di dissenso, ma che i lavori procedano spediti è tutto da vedere. A tal proposito Rosso si è premurato di sottolineare la necessità di aumentare la presenza di forze dell’ordine per impedire qualsiasi azione di disturbo alla macchina del TAV. L’importanza data dalla Commissione Trasporti al raddoppio della Torino-Lione va di pari passo con le nuove strette sui monopattini elettrici, il che è tutto dire sulla sua credibilità e su quali siano le priorità del governo quando su tutto il territorio italiano la rete dei trasporti è malfunzionante da tempo.
Insomma, la ripresa post-pandemia si apre con un nuovo attacco senza remore da parte del governo al movimento No Tav e a tutti gli abitanti della Val Susa e non solo, vista la scelta ben precisa di dare priorità alle opere inutili di fronte alle catastrofi che sempre più spesso attanagliano grosse porzioni della penisola. Altro che transizione ecologica, questi sono atti che minano la qualità della vita delle persone che vivono su questi territori, mettendone a rischio la salute a causa delle nocività e impendendone una normale quotidianità. Difficile parlare di crescita inclusiva quando fuori dalle nostre case staziona l’esercito.