Difficile quantificare quante persone ieri sera hanno partecipato alla fiaccolata per sostenere Nicoletta e gli altri arrestati, un fiume umano di migliaia di persone, un pezzo della Valle con bambini, giovani, anziani tutti insieme, uniti più che mai.
E’ questo che fa la differenza e l’ha sempre fatta da queste parti, una comunità consapevole che, di fronte alle infamità e alla violenza dello stato, ha deciso di non abbassare la testa. Nicoletta, Giorgio, Luca e Mattia sono espressione del coraggio di questo popolo.
Avremmo voluto iniziare il 2020 in maniera diversa, dopo un’analisi costi benefici arrivata dopo decenni di lotta e ragioni (noi l ‘avevamo fatta da molto tempo e presentata in tutti tavoli possibili ed immaginabili) e la serie infinita di inchieste che dimostra come questa grande opera (come molte altre) sia conveniente ed interessante solo per il malaffare e i soliti noti, sarebbe stato giusto ricevere le scuse da chi di dovere e lavorare per il ripristino del territorio che finora hanno distrutto. Le nostre meravigliose montagne chiedono già da tempo cura e giustizia. Eppure così non è andata, i governi si alternano ma il Tav resta sempre un feticcio insormontabile e il nostro, un popolo testardo da sconfiggere.
Ecco che allora arriva la vendetta di uno stato che non ammette voci contrarie, che perpetua meccanismi di sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla natura.
Nicoletta ha scelto di denunciare tutto questo, mettendo in gioco la cosa più importante, la sua libertà, consapevole che il suo gesto ci avrebbe dato la possibilità, ancora una volta, di raccontare le nostre ragioni.
La nostra Resistenza, irriducibile, parla un linguaggio semplice e non prevede passi indietro, ora più che mai, poiché sappiamo che solo continuando a lottare potremo liberare un giorno tutti e tutte. Non è uno slogan, è l’unica strada da noi percorribile.
Chi invoca la “grazia” per Nicoletta sappiamo che lo fa spinto dalle migliori ragioni, dalla speranza che il potere possa finalmente riconoscere un errore, grande come queste montagne, e da qui partire per chiudere una vicenda che pare senza tempo. Chi scrive pensa che però non sia questa la strada giusta, la grazia non la vuole Nicoletta, e non la chiederà per se stessa, perché non il punto non è risolvere la sua situazione attuale, ma quella di riconoscere come in tutti questi anni procura, questura e tribunali abbiano giocato una partita politica, delegati dallo stato.
Noi vogliamo che si dica che il Tav è un’opera inutile, devastante e che tutti vengano liberati e la valle venga smilitarizzata. Non è pretendere troppo, ma il giusto.
Libertà per tutti e tutte, siamo solo all’inizio di questa lotta.