Il mattino del 26 gennaio 2012 un’ enorme retata preconfezionata dalla Procura di Torino e condotta da centinaia di agenti delle forze dell’ordine con svariate perquisizioni in tutta Italia , ha portato a 26 custodie cautelari in carcere, svariate denunce e pesanti restrizioni per le imponenti manifestazioni di dissenso al tav avvenute 6 mesi prima. La sproporzione delle dure restrizioni rispetto ai fatti di cui siamo accusati, è solo uno degli aspetti che ha svelato dall’inizio la natura dell’attacco politico!
Le imputazioni sono varie ma genericamente quelle di “ lesioni, resistenza, violenza, concorso morale ecc”: i crimini che la magistratura e polizia utilizzano per reprimere manifestazioni e scioperi, come è avvenuto per esempio dalle mobilitazioni contro il G8 a Genova nel 2001 al “non” cantiere di Chiomonte per arrivare alle proteste nelle piazze a Roma del 15 ottobre contro l’austerity.
Tra gli scopi dell’inchiesta vi è il tentativo di indebolire il movimento notav (visto da sempre con timore dai vari Governi e padroni ), dividere i manifestanti in buoni e cattivi e cercare di impaurire chiunque protesti date le ampie mobilitazioni di protesta sempre più accese: per questo un attacco a
uno è un attacco a tutti! Tutto ciò con la solita campagna politico-mediatica denigratoria e mistificatoria a senso unico, dando spazio quasi interamente agli accusatori, contro noi imputati-e, raffigurati-e addirittura come infiltrati : ma noi tutti sappiamo bene che “gli infiltrati” sono le forze di polizia che hanno occupato la Valsusa e li riteniamo responsabili della devastazione della valle.
Tentativi caduti nel vuoto data la ampia, estesa e continua solidarietà espressa fin da subito e nei modi più svariate a cui va il nostro più ampio e sentito ringraziamento!
Siamo sempre più convinti ad andare avanti nella lotta anche in tribunale, per non concedere nessun arretramento sulle nostre posizioni e motivazioni che come molti altri-e ci portano a lottare con e per la Valsusa abbracciando il movimento no tav. Questo, pur consapevoli che questa posizione non beneficerà di alcuno sconto dalla controparte, ma anzi, manterrà vivo l’accanimento dimostrato fino ad oggi.
Dopo aver incorporato altri-e 7 notav nel maxi procedimento, la procura torinese decide di svolgere il processo nell’aula bunker cercando di intimidire e criminalizzare ulteriormente il movimento notav sfruttando il clamore che potrebbe suscitare un tribunale speciale all’interno di una struttura carceraria difficile da raggiungere e invisibile agli occhi della città.
Le motivazioni ufficiali per l’uso di tale aula sono legate all’affollamento delle maxi aule del tribunale di Torino e questioni di ordine pubblico. La verità è che questo processo vuol essere tenuto nascosto alla città portandolo in un luogo lontano sperando così facendo di zittire le ragioni del movimento notav e rinchiudere la lotta nella morsa della “pericolosità sociale” e delle “emergenze”.
Per questo la scorsa udienza abbiamo deciso tutti-e di uscire dall’aula,spiegandone le nostre ragioni e lasciandoli soli nel loro bunker.
Oggi mentre si svolgerà l’udienza nell’aula bunker, seguita da una piccola delegazione concordata tra noi imputati-e, si svolgerà un presidio in piazza castello per continuare a comunicare alla città le ragioni del movimento notav.
Desideriamo infine esprimere la massima solidarietà e vicinanza a Cristian ed Emanuele, attivisti notav di Mattie, arrestati per pura rappresaglia ai margini dell’iniziativa notturna di venerdì scorso contro il cantiere della Clarea e ne siamo felici di rivederli nuovamente liberi.
Giù le mani dalla Valsusa!
Ora e sempre no tav! Ora e sempre resistenza!
Gli/le imputati/e