di Fabrizio Salmoni
Sembra essersi concluso con poco di fatto sulla Torino-Lione il vertice Monti-Hollande a Lione, tra zone rosse, fermi arbitrari alla frontiera dei bus di dimostranti, provocazioni varie. Fin dal mattino presto le agenzie francesi più ottimiste annunciavano uno slittamento di tre anni per l’opera. In tardo pomeriggio la diffusione degli scarni risultati e del poco di fatto.
Dalle agenzie francesi, in prima uscita France 3, non risulta firmato da Hollande e Monti alcun accordo sulla Torino-Lione. In particolare,durante il vertice sono stati sottoscritti sei accordi: il primo riguarda la cooperazione tra le polizie, il secondo la Difesa. il terzo la cooperazione tra i sistemi di istruzione, alcuni accordi bilaterali tra i ministri dei Trasporti sulla percorribilità del tunnel “del Fréjus” ad una sola direzione. L’ordine in cui sono stati firmati gli accordi conferma che il vertice NON era “sulla Torino-Lione” malgrado quanto hanno scritto tutti i nostri giornali, felicemente imbeccati dalla lobby dei devastatori. A conclusione del vertice, sempre France 3 ne divulga le conclusioni: un disegno di legge da presentare “prossimamente” al Parlamento francese. Quando? Sorridendo evasivamente Hollande risponde che ci vorrà “un certain temps” (un certo tempo). Si è rivista la ripartizione delle spese, sempre a sfavore dell’Italia, ma si subordina l’avvio al contributo europeo, stabilendo che ci vorrà “un buon lavoro di convincimento” nella situazione attuale. Tutto si sposta quindi di qualche anno ma nel 2013 si provvederà a sostituire Ltf “le cui carenze hanno giustificato un parere negativo della Corte dei Conti”. Arrivederci a Torino nel 2013 per un ennesimo vertice quando potranno esserci un po’ più di certezze. Finita lì.
A Virano dunque, che si era presentato al vertice con un video di pochi minuti, confezionato appositamente per l’occasione, in cui si vede un finto inizio dei lavori alla Maddalena, rimane in mano una bolla di sapone scoppiata e la prospettiva di trascinare ancora per qualche anno la situazione odierna in Valle di Susa. Auguri di sonni tranquilli.
Per quel che riguarda poi l’accordo di gennaio 2012 esso non è stato ancora ratificato dai Parlamenti nazionali ma difficilmente potrà esserlo – dice l’avv. Massimo Bongiovanni del Legal Team – per palese incostituzionalità. Infatti – precisa il legale – anche da una superficiale lettura dell’art. 10.1 (lettere a, b c e d), risulta palese la violazione degli artt. 1, 3, 5, 24 e 25 Cost. nelle parti ove si prevede cessione della giurisdizione italiana a quella francese per gli atti compiuti o aventi efficacia in Italia. In particolare l’art. 10.1 lettera d) prevede che chiunque subisca danni nello svolgimento dell’opera in territorio italiano dovrà rivolgersi all’ autorità francese. Questo la dice lunga su quanto la cricca Si Tav possa voler pressare le istituzioni e le leggi pur di incassare l’affare. Una vera associazione a delinquere.
Cosa riusciranno ora a dire i nostri tg e i giornali della lobby ? Naturalmente che il Tav si farà e che è tutto deciso, come al solito. Ma come al solito è tutta fuffa. Informazione fasulla, manipolazione.
Nel pomeriggio, i rappresentanti franco-italiani dell’opposizione all’Alta Velocità, hanno fatto avere ai premier tramite la Prefettura una lettera congiunta.che riassume le ragioni dell’opposizione e chiede di fare “una scelta di buon senso rinunciando alla Torino-Lione e destinando i fondi alle vere priorità ambientali ed economiche dei due paesi…”.
Sulla piazza, gli autobus dei No Tav italiani sono arrivati in ritardo per la manifestazione per essere stati trattenuti a lungo alla frontiera dalla polizia francese su “segnalazione di pericolosità” della polizia italiana. Su questo fatto si è pronunciato in giornata un comunicato del segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Ezio Locatelli: “ E’ del tutto evidente che la gendarmeria francese, di concerto con le autorità italiane, sta operando per disperdere, depotenziare o impedire la manifestazione No Tav che si dovrebbe svolgere in concomitanza col vertice Monti-Hollande. Se questo dovesse avvenire ci troveremmo di fronte a un comportamento grave, vergognoso, indegno di Paesi in cui la libertà di circolazione e di manifestazione è ancora un diritto fondamentale.” A fine manifestazione si registrano provocazioni della polizia francese per scatenare disordini ma senza particolari reazioni da parte dei dimostranti pressati da forze soverchianti. E intanto il movimento No Tav dà appuntamento alle reti per Sabato 8, settimo anniversario della liberazione di Venaus.