Il vento caldo invade la valle e tutto pare protendersi verso una primavera fuori tempo. Vorrei trovare la parola che sappia smuovere la rassegnazione e farsi azione liberatrice. E questo vento che batte il sentiero verso la Clarea parla con linguaggio antico attraverso l’intrico dei rami spogli, si fa suono di lamiera nelle vigne, si impenna in cielo, tra le nuvole in corsa; racconta di terra, di testarda resistenza.
Non esistono dèi sopra o accanto a noi a cui delegare la nostra liberazione.
Non aspettiamoci da altri se non da noi stessi, dalla nostra singola debolezza che, insieme, diventa forza collettiva, la parola capace di farsi lotta, lucido progetto, promessa di futuro.
Nicoletta Dosio