Nel contesto di crisi di governo in Francia, dopo le dimissioni di Macron e lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale che ha portato a chiamare nuove elezioni, il tema del tav si pone ancora una volta come campo di battaglia.
Veniamo infatti a conoscenza da giornali locali della zona della Savoia che il segretario del Partito Socialista della regione, Francois Chemin, ha dato le dimissioni proprio per disaccordo sulla questione tav. Questo è avvenuto a seguito dell’annuncio della candidatura di Daniel Ibanez (già citato in giudizio per le sue dichiarazioni contrarie alla mala opera da parte dei promotori del progetto e nei confronti del quale il movimento No Tav aveva espresso solidarietà) nella terza circoscrizione della Savoia in qualità di candidato per la France Insoumise che rappresenterà il Nuovo Fronte Popolare alle prossime elezioni legislative.
Francois Chemin, indiganto, dichiara infatti, come sia possibile che la France Insoumise “imponga con un colpo di mano inammissibile un candidato apertamente ostile alla realizzazione della linea Torino-Lione molto conosciuto per il suo attivismo”.
Non può che sembrarci una buona notizia il fatto che la questione tav diventi la leva per aprire contraddizioni in seno al Nuovo Fronte Popolare della sinistra costituitosi per arginare l’avanzata dell’estrema destra di Marine Le Pen, in quanto possa essere un tema in grado, da un lato di spingere ancora più a sinistra questa coalizione e, dall’alto, perché è evidente quanto sia un terreno emblematico nell’Europa in crisi. A questo punto non possiamo che augurarci che, se il Nuovo Fronte Popolare dovesse vincere, la fine del progetto tav assuma posizione centrale nell’agenda del nuovo governo.
I legami con i comitati e i movimenti francesi in questi ultimi anni si fanno sempre più stretti ed è proprio grazie alla costituzione di un fronte comune al di là e al di qua delle Alpi che pensiamo sia possibile mettere un freno a questa scellerata opera di propaganda e devastazione in grado soltanto di garantire la mangiatoia per i soliti noti. Proprio questo sabato si terrà un’iniziativa congiunta dai due lati della frontiera organizzata insieme ai comitati no tav francesi per ribadire la necessità di una corretta gestione delle risorse, per la messa in sicurezza della linea storica e per manifestare la contrarietà all’opera.
A maggior ragione in questo momento il tav diventa un ulteriore campo di battaglia in una fase storica e politica buia e complessa. Se all’interno dell’arco istituzionale rappresentato dalle anime mélanchoniste le promesse non dovessero essere da marinaio (come dalle nostre parti) sicuramente il tav dovrebbe stare in cima alle priorità del nuovo corso.. a buon intenditor!