da infoaut.org – Si è svolta tre giorni (4 l’articolo è di un giorno fa) fa la seconda parte del processo di Luca e Giuliano per il reato di evasione dagli arresti domiciliari. I due attivisti hanno scelto, con altri imputati nel loro stesso procedimento, di non sottostare alle misure cautelari che il 21 Giugno scorso sono state imposte ad oltre 20 notav. Luca e Giuliano sono stati condannati rispettivamente a 5 mesi e 5 giorni e a 6 mesi (le richieste del pm erano di 18 e 10 mesi) da scontare ai domiciliari. Rimangono tuttavia trattenuti in carcere su ordinanza del gip che segue il primo procedimento, che ha richiesto l’aggravamento delle misure in seguito alla violazione dell’obbligo di permanenza ai domiciliari. Ancora incerti i tempi di scarcerazione, ma gli avvocati parlano di un periodo di detenzione piuttosto lungo e della possibilità che Luca e Giuliano non vengano rilasciati prima di Settembre.
Oltre ad invitare tutte e tutti le/i solidal* a continuare a scrivere loro lettere, cartoline e telegrammi per non farli sentire soli (Giuliano Borio – Luca Germano; Casa Circondariale di Torino “Lorusso e Cotugno”; via Adelaide Aglietta 35 – 10149 Torino (TO) ), cogliamo l’occasione per dare degli aggiornamenti sulla situazione dei notav che da un mese a questa parte vedono la limitazione della propria libertà per aver partecipato alla grande giornata di lotta del 28 giugno dello scorso anno, una giornata in cui il movimento ha deciso di trasgredire ai divieti imposti dalla prefettura per provare a percorrere di nuovo le strade e i sentieri conquistati e liberati nel 2011.
Rimangono agli arresti domiciliari Fulvio, sessantaquattrenne valligiano dei Nuclei Pintoni Attivi, Enrico compagno di Modena, mentre per alcuni continua l’obbligo di firma quotidiana, tra di loro Nicoletta, che persiste nella decisione di non presentarsi in caserma e di non accettare le misure cautelari. Per altri tra valligiani, torinesi, romani e modenesi invece è stata disposta la riduzione delle misure cautelari, come per Gianluca e Silvano i quali arresti domiciliari son stati tradotti in obblighi di firma. Anche Gianluca è tra coloro che hanno deciso di rifiutare la custodia cautelare e attorno a cui il movimento si è stretto organizzando giornate di muro popolare davanti alla Credenza di Bussoleno, dimostrando la forza della solidarietà che da sempre caratterizza il popolo notav. Determinante per la decisione presa dal gip di ridurre parte delle misure crediamo sia stata la scelta fatta da alcuni degli attivisti di non voler essere “carcerieri di se stessi” e di non accettare alcuna formula repressiva che ancora una volta la controparte ha tentato di attuare nell’illusione di riuscire ad indebolire il movimento.
E’ evidente che il fronte sitav sia in un momento di forte difficoltà: lo dimostrano le recenti dichiarazioni del ministro delle infrastrutture Delrio riguardo ad una nuova versione “low cost” dell’opera (la strategia di realizzazione a fasi dell’opera nascosta dietro una maldestra azione propagandistica) e la reazione scomposta che hanno avuti i procuratori Francesco Saluzzo (Procuratore Generale), Armando Spataro (Procuratore della Repubblica) e Alberto Perduca (Procuratore Aggiunto) in seguito alla lettera del regista Paolo Virzì pubblicata sul giornale LaStampa indirizzata a Eddi, giovane studentessa notav che dal 21 Giugno ha deciso di non farsi trovare dalla questura di Torino e salpare libera verso altri orizzonti (cf. l’articolo “Torna a casa Eddi? Una riposta a Paolo Virzi”).
Vogliamo ricordare inoltre che, mentre si festeggia la liberazione di Francesca, Pier, Valeria e Alex arrestati lo scorso 6 Settembre durante un’iniziativa notturna in Clarea, Jacopo è ancora ai domiciliari da ormai 5 mesi e Checco di Bologna da due per la stessa iniziativa, e la Cassazione ha confermato pochi giorni fa la condanna di primo grado a 2 anni e 2 mesi per Paolo e Forgi, i due notav arrestati il 30 Agosto 2013 poco prima di un’iniziativa al cantiere di Chiomonte e che hanno già passato 1 anno e 3 mesi di reclusione agli arresti domiciliari. Inoltre si trova ancora agli arresti domiciliari, con divieto di comunicazione, Daniele, giovane notav arrestato prima del processo per la partecipazione ad un aperitivo sotto le reti del cantiere e Beppe, anch’egli ai domiciliari dal 9 aprile per una resistenza no tav del capodanno 2015
A loro va tutta la nostra solidarietà. Come ogni volta, ribadiamo a gran voce che nessuna forma di repressione arresterà la lotta notav, che nessuna misura restrittiva indebolirà un movimento che da anni ormai non solo si contrappone alla costruzione di un’opera inutile, costosa e dannosa ma lotta per un modello di vita ed un futuro migliore per tutte e tutti. Con la serenità e la consapevolezza di essere dalla parte giusta che da sempre ci contraddistingue rilanciamo la lotta, consapevoli del fatto che vi stancherete prima di noi! A sara dura… per loro!