Il 30 settembre scorso è scaduta l’ordinanza prefettizia n.2010000723 emanata nel febbraio 2015 e nello stesso giorno il prefetto Basilone ha emanato una nuova ordinanza, manco fossimo ai tempi degli editti reali, in cui si conferma sostanzialmente la gestione della “zona rossa” attorno al cantiere tav di Chiomonte.
Tutta questa celerità, passata sotto traccia nei media che in alcuni casi l’hanno strumentalmente fraintesa, dovrebbe in realtà sorprendere i più che di Valsusa leggono sui giornali e non vi abitano in prima persona.
Il perché di questo è semplice, poichè sono mesi che i maggiori quotidiani locali tacciano delle iniziative No Tav se non per darne una lettura sfumata, quasi a voler confermare la propaganda della lobby Si Tav che in tutte le sedi parla di una conflittualità scemata, di poche iniziative contro il cantiere ecc…Quale bisogno ci sarebbe quindi di riconfermare tutto l’impianto militare attorno al cantiere se così fosse?
La verità non sempre sta nel mezzo e in questo caso a sbugiardare i “pacificatori” di professione ci pensa lo stesso prefetto che, sic., per giustificare l’ennesima militarizzazione della valle è costretto ad elencare i motivi di tale decisione.
Partendo dalla relazione tecnica del Questore del 28 settembre 2015 nella quale vengono citate “ripetute manifestazioni di opposizione all’opera, che spesso assumono caratteri violenti e ad alto contenuto di pericolosità per l’ordine e la sicurezza pubblica”, che dalla cosiddetta Strada delle Gallie (quella che costeggia l’intero lato nord del cantiere, “costituisce un punto altamente sensibile…” e che “…da tale asse viario sono provenute le maggiori criticità per l’ordine e la sicurezza pubblica, in occasione delle svariate azioni aggressive condotte contro l’area di interesse strategico nazionale, le maestranze e le forze di polizia e dell’esercito impegnate nei servizi di vigilanza, ordine e sicurezza“.
Nella relazione tecnica del signor questore troviamo anche un riferimento “un attendamento attrezzato (definito “Campo delle Bandiere”) nel quale prendono quotidianamente posto gruppi di persone ostili alla realizzazione dell’opera, che si abbandonano ad atteggiamenti di provocazione e disturbo all’indirizzo delle forze di polizia e degli stessi operai presenti all’interno del cantiere…”. Chiaro, qui , il riferimento alle cene degli NPA e alle iniziative che quotidianamente non solo da loro ma anche dai Cattolici per la Valle e da tanti altri attivisti vengono costruite.
Non sfugge all’attenzione del questore l’abitudine dei no tav ad “improvvisare presidi proprio all’imbocco della via dell’Avanà, ove inizia l’area interdetta…cosiddetti aperipranzo ed apericena…“. Anche queste iniziative disturbano non poco i vertici dell’ordine pubblico poiché vorrebbero libera la strada che dall’abitato di Chiomonte raggiunge la centrale elettrica per il passaggio dei mezzi e degli operai.
In questa nota tecnica non poteva mancare l’infamia (non dubitavamo), ossia l’accusa non velata di impedire il passaggio degli agricoltori o di tutti coloro che ivi esercitano attività economiche diverse da quelle del cantiere per l’alta velocità…sfidiamo chiunque a trovare un esempio di tale fatto.
Per concludere, alla luce della relazione della questura, l’ordinanza recita che tutto continuerà così come finora è stato, con cancelli chiusi dalle 19 alle 8 del mattino e negli altri giorni apertura di esso e passaggio dei cittadini previa autorizzazione del presidio di operatori delle forze dell’ordine a guardia del cancello.
Divieto invece sulle 24 ore sulla nuova strada di raccordo Chiomonte-Giaglione e sulla porzione della Strada delle Gallia che dal ponte sulla Clarea arriva fino all’azienda vinicola.
Se queste righe ci restituiscono una realtà che ben conosciamo, sappiamo anche che chi militarizza sa bene che qualora non ci fossero più polizia, carabinieri, finanza ed esercito a proteggere quel cantiere della devastazione, nel giro di pochi giorni sarebbe tutto bello che smontato.
Ecco la verità, reale come la militarizzazione e le violenza delle forze dell’ordine (anni fa un’aggressione a degli Europarlamentari “pacifici” avrebbe almeno incuriosito la stampa locale che invece ha travisato, occultato se non taciuto i fatti), ma forte come la nostra determinazione che non permette a lor signori di dormire sonni tranquilli.
Alla prossima manifestazione in zona vietata!