Con spregiudicatezza ancora una volta la lobby del Tav fornisce cifre e dati per spiegare quale grande opportunità stiano intralciando quei pazzi di valsusini. Ltf (megafono della propaganda tecnica) e l’ass. Barbara Bonino ( di difficile definizione) presentano quali e quante ricadute il non cantier eporta già adesso alla Valle. E uqelle che potrebbe portare se solo i notav fossero spazzati via dalla faccia della terra. Incolliamo l’articolo di repubblica, lasciando a tutt* le considerazioni. le uniche che facciamo ci vengono suggerite da alcuni notav:
Alla galleria lavoreranno a partire dal terzo anno di cantiere 93 persone di cui il 25% valsusini. Facendo due semplici calcoli il risultato sarà di ben 23 valsusini! Questa è la grande ricaduta occupazionale!
“Il cantiere Tav in Valsusa? Giro d’affari da 4,5 milioni”
Ltf ha fornito i dati sulle ricadute economiche dell’opera, a cominciare dal periodo di costruzione. Con ristoranti e alberghi grandi beneficiati di MARIACHIARA GIACOSA
Se è del presente che bisogna parlare allora la Tav oggi è un buon affare soprattutto per ristoranti e alberghi. È quanto emerge dai dati forniti a Ltf al gruppo di lavoro che sta studiando l’applicazione della legge regionale sui cantieri delle grandi opere che prevede il coinvolgimento delle imprese del territorio e l’utilizzo del sistema di ricettività locale per ospitare gli operai. Per i quattro anni e mezzo di cantiere a Chiomonte saranno serviti in totale 160 mila pasti e 90 mila pernottamenti, per un valore stimato di 4,5 milioni di euro. Già oggi il catering per operai e forze dell’ordine presenti al cantiere è gestito e preparato da un’azienda del territorio. Un contingenza destinata a crescere. Ma che potrebbe anche sfumare se ragioni di ordine pubblico dovessero rendere impraticabile l’intero progetto. È l’assessore regionale Barbara Bonino a mettere le mani avanti e fare due conti.
“Impensabile, se il clima non si distende, far entrare e uscire gli operai dai cantiere e ospitarli in alberghi e ristoranti: l’oltranzismo violento e irresponsabile dei No Tav potrebbe costare anche 30-35 mila euro a settimana in termini di mancati incassi per le strutture locali”.
Alla galleria lavoreranno a partire dal terzo anno di cantiere 93 persone e la stessa Cmc, la cooperativa che a partire dalla prossima primavera dovrà scavare il tunnel, si è impegnata a reperire in loco gran parte della manovalanza. Gente da nutrire e ospitare, considerato che gli accordi sindacali per la categoria prevedono
che chi lavora in cantieri di questo tipo abbia un posto di “riposo e ristoro” al massimo a 12 minuti di distanza. Dovrebbe poi essere valsusino almeno il 25% del personale e potrebbe salire al 35% se la nuova legge regionale sarà applicata per bene. Potrebbe infatti rimanere nei confini della provincia di Torino tutta la partita dei subappalti, quasi 15 milioni di euro, tra opere legate direttamente al cantiere e lavori complementari.
È pero nell’indotto che si gioca il vero business: quasi 45 milioni di euro per servizi logistici e accoglienza. È qui il piatto più ricco, già da ora, ma soprattutto se si guardano le proiezioni per i cantieri del tunnel principale della Torino-Lione. Fino a 2 milioni di posti letto complessivi per tutta la durata dei lavori con punte di 200 mila all’anno. Meglio di un’ottima stagione turistica.