Oggi si è tenuta l’udienza d’Appello contro l’applicazione della Sorveglianza Speciale a Eddi, una giovane compagna con cui abbiamo condiviso tantissimi momenti durante le iniziative organizzate dal movimento No Tav.
La Corte d’Appello, del Tribunale di Torino, dovrà quindi esprimersi in merito e auspichiamo tutte e tutti che rigetti la richiesta della Procura e sollevi Eddi da tale misura restrittiva vessatoria. Abbiamo camminato insieme a Eddi sui sentieri della Valsusa centinaia di volte. Abbiamo fatto arrivare le nostre voci insieme alle sue lontano e i nostri corpi insieme al suo sempre pronti a lottare per difendere la terra da chi vuole distruggerla. Eddi è stata in Kurdistan, nelle YPJ, l’Unità di Difesa delle Donne e ha cercato di fermare l’Isis mentre in primo grado, il Tribunale di Torino ha deciso di punirla con la sorveglianza speciale, una pena sanzionatoria molto rigida. Proveniente dal ventennio fascista e mai abolita, la sorveglianza speciale vieta gran parte della libertà personale dell’individuo, costringendolo ad escludere intere parti della sua affettività dalla propria vita, limitandolo negli orari di uscita e mantenendo attive tutte una serie di controlli (oltretutto costosi). Vogliamo riavere al più presto Eddi libera perché nelle sue vene scorre il sangue di chi resiste e di chi lotta per la libertà da ogni forma di oppressione e per un mondo in cui l’amore per la vita e per la terra, la libertà delle donne e la difesa dei territori sono messi al centro.
Il movimento No Tav sta con Eddi e con chi combatte l’Isis. Ora e sempre No Tav! Ora e sempre resistenza!