post — 14 Aprile 2025 at 12:09

Il movimento No Tav in Francia si è rimesso in marcia a Chambery

“Sì, stiamo vivendo un buon momento. È arrivata la primavera, una bella primavera di lotta.” Questo il commento a caldo a seguito della manifestazione dei CCLT (acronimo che sta per Collectifs Contre le Lyon-Turin) a Chambéry sabato 12 aprile.

In questa città non si vedeva una manifestazione contro il TAV dal lontano gennaio 2006, quando i No TAV italiani, forti della vittoria di Venaus, riempirono decine di autobus per scavallare la frontiera e raggiungere i cugini oltralpe, che in quell’occasione erano molti di meno, circa un centinaio.

A questo giro, invece, ad andare in Francia c’erano solo alcune macchine partite dall’Italia, ma ciò nonostante il movimento No TAV è stato accolto a braccia aperte dal migliaio circa di manifestanti francesi che hanno sfilato per le vie del centro città, sventolando bandiere e intonando cori contro la nuova linea Torino-Lione. Un corteo pacifico, dimostrativo, che aveva come principale obiettivo quello di mostrare che il movimento francese c’è, e che sta crescendo. Un messaggio, quello dei CCLT, ben chiaro e concordato, come si poteva leggere dai tanti cartelli e striscioni esibiti lungo tutto il corteo: una linea ferroviaria esiste già, è sottoutilizzata, quindi usiamo quella, invece di costruirne una nuova!

Dall’ultima grande mobilitazione francese dei Soulèvements de la Terre contro la Torino – Lione a oggi sono passati due anni, e il movimento di portata nazionale che nel giugno del 2023 aveva risposto alla loro chiamata ha ceduto il passo a una nuova rete territoriale di collettivi, tanti dei quali sono nati proprio negli ultimi sei mesi. La portata e la scala della mobilitazione non è paragonabile, ma ciò che si nota è che si sta creando una rete fitta e affiatata lungo tutto il tracciato della linea Torino-Lione, dalla Val Maurienne a Lione, passando dalle città di Grenoble e Chambéry e da tanti altre cittadine che, se non sono già state coinvolte nei lavori per la grande opera, rischiano di esserlo nei prossimi anni.

Non c’è dubbio che la rete dei CCLT stia vivendo un momento di forte crescita, e la spiegazione per questa evoluzione si trova forse nel momento storico attuale, che – nel bene o nel male – sembra propizio a una nuova opposizione al progetto. Ad oggi, gli unici cantieri aperti in Francia sono quelli della tratta transfrontaliera tra St. Jean de Maurienne e il confine con l’Italia: i danni causati da questi cantieri sono sotto gli occhi di tutti, tra perdite di falde acquifere, terreni agricoli devastati per sempre, e disagi per la popolazione locale causati dal costante spostamento di veicoli in transito e mezzi al lavoro. Per di più, l’ammontare dei soldi per le compensazioni pare essere di gran lunga inferiore a quanto era stato promesso anni fa, tanto che in alcuni comuni della Maurienne persino i sindaci favorevoli all’opera stanno cominciando a brontolare.

Intanto, si intravedeno all’orizzonte i primi lavori per la tratta nazionale da St. Jean de Maurienne a Lione. Nonostante il governo francese abbia comunicato di non voler stanziare fondi per i cantieri fino al 2038 o al 2042, in realtà qualcosa sta già iniziando a muoversi. Stando a quanto dicono alcuni/e militanti della zona, i primi espropri dovrebbero avvenire entro il 2028 (alcuni sarebbero già stati concordati con i proprietari), e si rischia quindi di vedere l’apertura di nuovi cantieri fin dai primi anni 2030.

Se dovessero partire anche i lavori per la tratta nazionale, i danni che per adesso si sono limitati al territorio (già pesantemente antropizzato) della Val Maurienne si estenderanno lungo tutto l’asse della nuova linea, dove sono previsti altri sette tunnel e parecchi altri tratti a cielo aperto. Con un occhio al presente e uno al futuro, i CCLT si stanno oggi attrezzando per far fronte a una situazione che rischia di aggravarsi in tempi brevissimi. Sul sito stopaulyonturin.fr si possono seguire tutti gli aggiornamenti dalla rete dei CCLT.

E quindi eccoci nella primavera delle Alpi francesi, dove i momenti di aggregazione non mancano di certo: serate informative, assemblee, iniziative benefit e appuntamenti vari, dai presidi di solidarietà per Philippe Delhomme (l’attivista della Val Maurienne che è stato recentemente convocato in tribunale per essersi opposto alla grande opera, e che lo sarà nuovamente il 18 aprile), ai pullman pieni di militanti e attivisti provenienti da alter zone francesi, interessati a vedere con I loro occhi lo scempio che la Torino-Lione ha già provocato in vent’anni di lavori in Val Maurienne. Nell’ultimo periodo ne sono già passati sette e pieni di gente, due solo dall’inizio di aprile.

La manifestazione di Chambéry si inserisce quindi in un calendario già molto fitto di appuntamenti portati avanti con entusiasmo da un movimento che si fa notare anche per l’età, con tantissimi giovani in prima fila nell’organizzazione. Solo la sera prima erano ben tre le iniziative contro la nuova linea ferroviaria, tenute in contemporanea a La Chapelle (Val Maurienne), a Barraux (nei pressi di Chambéry) e a Lione, tutte organizzate dai CCLT locali.

 

E nelle settimane a venire ce ne saranno altre, tra cui una biciclettata da Lione a Modane dal 24 maggio al 1 giugno, e un festival di tre giorni in Nord-Isère il 13-14-15 giugno.

 

L’invito è aperto anche ai No TAV italiani, ça va sans dire.

Di Gabriel Popham, da Centro Studi Sereno Regis