Riportiamo di seguito l’intervento stenografato del question time che si è tenuto ieri in Parlamento in merito alle perquisizioni dei mesi scorsi a danno dei consulenti degli avvocati notav. In due procedimenti distinti, due notav sono stati perquisiti e hanno subito il sequestro del proprio materiale informatico dove erano contenute informazioni e documentazione relative alla difesa dei notav al maxi processo. In tutti e due i casi i due pm titolari delle indagini sono entrati in possesso del materiale di preparazione della difesa che si troveranno a constrastare nelel prossime udienze.
DI seguito il question time presentato da Ivan Della Valle e Laura Castelli del M5S
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della giustizia, il Ministro della salute e il Ministro degli affari regionali e le autonomie.
(Iniziative disciplinari in relazione a perquisizioni effettuate nei confronti di consulenti tecnici per la difesa nell’ambito del processo riguardante i fatti occorsi il 27 giugno 2011 e il 3 luglio 2011 nell’area interessata dal progetto della nuova linea ferroviaria Torino-Lione – n. 3-00293)
PRESIDENTE. Il deputato Della Valle ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00293, concernente iniziative disciplinari in relazione a perquisizioni Pag. 47effettuate nei confronti di consulenti tecnici per la difesa nell’ambito del processo riguardante i fatti occorsi il 27 giugno 2011 e il 3 luglio 2011 nell’area interessata dal progetto della nuova linea ferroviaria Torino-Lione (Vedi l’allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
IVAN DELLA VALLE. Signor Presidente, signor Ministro, abbiamo sottolineato più volte come la comunità scientifica indipendente si sia espressa riconoscendo l’inutilità della nuova linea Torino-Lione. C’è però un altro tema: quello di una valle che resiste pacificamente per difendere il territorio e il futuro dei propri figli. In Val Susa si percepisce un certo accanimento della procura di Torino verso i manifestanti: questo accade quando viene formulata la gravissima e assurda accusa di terrorismo e scattano imminenti perquisizioni. Risultato ? Sequestrate felpe, torce, bandane e altro materiale altamente pericoloso.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
IVAN DELLA VALLE. Dimenticavo i computer: computer di consulenti di avvocati difensori in processi legati al movimento «No TAV» sono finiti nelle mani della procura e questo è chiaramente contro l’articolo 111 della Costituzione, contro l’articolo 6, comma 1, della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti e delle libertà, contro l’articolo 256 e contro i commi 2 e 5 dell’articolo 103 del codice di procedura penale. Con il question time di oggi chiediamo di fare chiarezza…
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Della Valle, ha esaurito il suo tempo.
La Ministra della giustizia, Anna Maria Cancellieri, ha facoltà di rispondere, per tre minuti
ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro della giustizia. Signor Presidente, rispondo agli interroganti comunicando che per come riferito dalla procura della Repubblica di Torino, il dottor Pierpaolo Pittavino e la dottoressa Dana Lauriola risultano sottoposti a indagini in due distinti procedimenti: il primo, per i reati di lesioni aggravate, danneggiamento, violenza privata e atti persecutori in danno di un operaio addetto al lavoro nel cantiere di Chiomonte; il secondo, per l’attentato al cantiere TAV del 10 luglio 2013.
Quanto ai fatti riferiti dagli interroganti, confermo che il 27 giugno 2013 la polizia giudiziaria eseguiva il decreto di perquisizione. In tale occasione, il Pittavino dichiarava di essere consulente di parte in un altro procedimento penale e di opporsi al sequestro, perché nel proprio computer era conservata la documentazione relativa al procedimento nel cui ambito prestava l’attività di consulenza. La polizia invitava il Pittavino a indicare la documentazione riguardante la sua attività di consulente, onde poter acquisire quella non pertinente ad essa, ma il Pittavino rifiutava di dare indicazioni in merito.
Allo stesso modo si procedeva nei confronti della dottoressa Lauriola, la quale, invitata anch’essa a dare indicazione sui file riservati relativi alla sua attività di consulenza, non forniva elementi in merito.
La procura della Repubblica di Torino ha confermato la legittimità del proprio operato, rilevando che la titolarità dell’ufficio di consulente di parte in un diverso procedimento penale non impedisce che nei confronti dei soggetti indagati si proceda con perquisizione e sequestro in relazione ad altro procedimento. A tal riguardo, la procura rileva ancora che il richiamo alla norma che vieta il sequestro presso i consulenti tecnici della difesa non appare pertinente, perché la perquisizione e il conseguente sequestro è stato disposto ed eseguito non in qualità di consulenti, ma di indagati, alla ricerca di documentazione non già pertinente all’oggetto della difesa loro affidata, ma all’oggetto dell’imputazione loro contestata. Per le medesime ragioni, sempre ad avviso della procura, non risulta opponibile il segreto professionale.Pag. 48
Relativamente alla presenza dei supporti informatici sulla mailing list amministrata dai due consulenti utilizzata per le comunicazioni tra loro e i difensori, la procura riferisce che alla dottoressa Lauriola sono già stati restituiti i reperti senza che se ne sia fatto alcun uso e che analoga procedura è in corso nei confronti del dottor Pittavino. Allo stato, pertanto, non pare confermato il presupposto da cui muovono gli interroganti, dal momento che la perquisizione è stata eseguita nei confronti di persone che avevano già assunto la veste di indagati.
PRESIDENTE. La deputata Laura Castelli, cofirmataria dell’interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
LAURA CASTELLI. Signora Presidente, signora Ministro, non ci riteniamo soddisfatti perché, sì, la spiegazione è un ricordo di alcuni atti di certo accaduti, ma il Ministro non risponde in merito al danno che, di fatto, è cagionato ai danni dello Stato quando la procura ha in mano le prove e le documentazioni che la difesa stessa utilizzerà nei processi. Questo è un danno a cui nessuno mai porrà rimedio perché non ci basta che venga detto che nessuno ha usato questi documenti, qualcuno li avrà visti oppure hanno preso uno scatolone e gli hanno fatto fare qualche chilometro ? Ci sembra strano.
In ogni caso, questa interrogazione aveva l’obiettivo di porre l’attenzione su quanta credibilità si sta dimostrando rispetto a questi atti; parliamo di credibilità perché la magistratura e le azioni della magistratura, tutti i giorni, sono diverse. Sì, si usi pure il pugno duro, ma si usi da tutte le parti, si usi con quelle che sono le infiltrazioni mafiose all’interno dei cantieri, si usi con quelli che sono i problemi che ci sono sulle direttive del CIPE, si usi con tutto. Siamo stanchi dei due pesi e due misure, sinceramente. Tuttavia, Ministro, questo noi lo diremo anche al procuratore capo Caselli che incontreremo lunedì e che incontreremo proprio per esporgli questi fatti. Nel frattempo la ringraziamo.