Serve a poco dire “avevamo ragione noi”. Lo scempio del MOSE lo abbiamo pagato e lo pagheremo tutti: Venezia, il nostro paese, un’intera civiltà che è in grado di distruggere le cose belle che abbiamo ereditato dal nostro passato per la pura avidità di pochi. Quello che serve è lottare, mettersi in gioco, resistere perché non succeda ancora, perché la rotta venga invertita.
Chi dice non c’è alternativa, bisogna correre, chi vuole la crescita ad ogni costo (umano e naturale) deve essere fermato. Le alternative nel caso del MOSE, come nel caso del Tav (cioè l’adeguamento della linea storica) esistono eccome, ma è stata scelta la via più impattante, più dispendiosa, meno efficace per un semplice motivo: per riempire le tasche dei soliti noti. Adesso che quel mostro ecologico non è ancora entrato in funzione del tutto e già si sa che marcirà inutilizzato tra la salsedine, mentre Venezia è messa sempre più in pericolo dal cambiamento climatico, adesso si piangono lacrime di coccodrillo.
Come saranno giudicati dalla storia quei giornalisti, quelle redazioni, quelle testate, quei politici arroganti ed ignoranti che per anni ne hanno decantato le virtù, con la boria a nascondere il puro interesse, che hanno tentato in ogni modo di condizionare l’opinione pubblica e adesso svicolano, fanno finta di non avere responsabilità in ciò che sta accadendo?
Pensate a questo, a questo scempio, quando aprite il sito di un giornale online e leggete cosa scrivono dei No Tav, pensate a questo fallimento miserevole quando ascoltate le dichiarazioni dei politici seduti sugli scranni parlamentari rispetto alla strategicità della seconda linea Torino – Lione.
E’ tutto questo mortifero sistema di sviluppo ad aver fallito, è ora di cambiarlo.