da Spinta dal Bass – Gli ultimi dati pubblici del monitoraggio ambientale al cantiere Tav di Chiomonte risalgono all’autunno 2013. Da allora, nonostante le ripetute richieste, per conoscere l’impatto del cunicolo bisogna accontentarsi delle insulse figurine di LTF. Tabelline graziosamente colorate dove mancano molti parametri, le misure non sono puntuali e i valori talvolta contraddicono quelli di Arpa o del Sistema Regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria.
Sono però disponibili alcune relazioni prodotte da Arpa Piemonte. Abbiamo selezionato non quelle relative ai superamenti dei limiti, ma quelle che rimproverano gli incaricati dei controlli perché non rispettano il Piano di Monitoraggio Ambientale. Perché non compiono le analisi con le frequenze, i punti e i tempi prestabiliti. Perché non trasmettono i risultati ad Arpa in tempo per una verifica efficace. Perché adottano autonomamente modifiche senza concordarle con i funzionari pubblici. Perché non motivano le loro decisioni.
Ci pare assai grave. Nel migliore dei casi, è sciatteria. Nel peggiore, è consapevole ambiguità. In entrambi i casi, va a vantaggio dei privati: risparmiano su costosi controlli e, mancando i dati, mancano anche i rilievi di eventuali inquinamenti. Non garantisce certo la salute pubblica né il rispetto del progetto approvato. Soprattutto, non è ammissibile l’atteggiamento rinunciatario di chi deve controllare le conseguenze del Tav sulla salute e sull’ambiente.
Ecco alcuni esempi originali. Come sempre fanno i no tav, sono riportate le fonti in modo che chiunque possa verificare la correttezza delle citazioni. Anche Arpa.
Acque sotterranee
“Come è evidente nel corso della seconda campagna di monitoraggio dei parametri “in situ” il numero dei siti delle acque sotterranee censite è ridotto rispetto alla prima campagna e fortemente inferiore al totale delle sorgenti tenute in considerazione per il calcolo dei valori soglia. La tabella sottostante individua i siti AST che non sono stati sottoposti al campionamento del 22.01.2014.” (Validazione dati analitici acque superficiali e sotterranee. Ottobre 2013-Gennaio 2014, p. 19).
“Deve essere rimarcato che, relativamente a tale campagna di campionamento, non sono disponibili i dati relativi alle seguenti sorgenti AST: 010, 011, 012, 218, 441, 486, 500, e 697.” (Validazione dati analitici acque superficiali e sotterranee. Maggio-Luglio 2014, p. 11).
Tra parentesi, se Arpa volesse ascoltarci, ci piacerebbe chiedere come mai sono stati eliminati dai campionamenti i due punti AST502 e AST511 che si trovano, il secondo in particolare, esattamente sulla linea del cunicolo geognostico. Erano stati analizzati per tutto il 2012, ma poi, iniziato lo scavo, non risultano più monitorati. Nel periodo 2009-2011 le loro portate medie risultavano 0,03 l/s (AST502) e 0,44 l/s (AST511) (Relazione di Caratterizzazione preliminare PP2_MS1_GIA_0101_C_AP_NOT, p. 41).
Il possibile impatto dei lavori di scavo con la sorgente AST511 era stato ventilato dagli stessi proponenti “Si tratta di una sorgente che, sulla base dei monitoraggi di portata e soprattutto chimici condotti da LTF nel periodo 2009-2011, risulta essere alimentata in parte da una perdita del Canale Maria Bona e in parte dal basamento. Poiché essa si trova molto vicino all’asse del tracciato, in prossimità del sottoattraversamento del torrente Clarea da parte del cunicolo, se la presenza e l’estensione di una zona di taglio in questa zona fossero accertate, esisterebbe una probabilità di drenaggio della parte di acqua proveniente dal basamento.” (Relazione di quantificazione del rischio di depauperamento delle captazioni idriche PP2_MS1_GIA_0102_C_AP_NOT, p. 14). Potrebbe trattarsi di danno piccolo, non essendo la sorgente captata, ma perché non si prosegue nel monitoraggio? Tra l’altro, in campo scientifico, i “salti” in una serie di dati vanificano qualsiasi interpretazione.
Acque superficiali
“Nel trimestre considerato, non sono presenti i dati relativi al monitoraggio delle acque superficiali relativi alle due stazioni poste sull’asta fluviale del Torrente Clarea. La stazione appaltante ha comunicato che le attività di monitoraggio sul corpo idrico di cui sopra, risultano sospese.” (Validazione dati analitici acque superficiali e sotterranee. Maggio-Luglio 2014, p. 2).
Vibrazioni
“Nel periodo oggetto di valutazione (agosto 2013 – aprile 2014), è stata effettuata un’unica campagna di rilievi, di durata non specificata, nel periodo diurno del giorno 23 gennaio 2014. La frequenza dei rilievi non appare pertanto in linea con quanto previsto dal PMA di corso d’opera. […] I rilievi di vibrazione condotti nel periodo agosto 2013 – aprile 2014 da LTF presso il Museo Archeologico di Chiomonte, sito in frazione “La Maddalena”, non possono essere considerati conformi a quanto previsto nel Piano di Monitoraggio Ambientale, in quanto non è stata rispettata la frequenza trimestrale prescritta.” (Validazione dei risultati del monitoraggio ambientale: Vibrazioni. Fase di corso d’opera, pp. 3-4).
Atmosfera
“Non risultano rispettate le tempistiche di fornitura dati PM10, previste nell’Allegato 1 – monitoraggio PM10 continuo, inviato da LTF via mail Prot. 251/EO/50/TEI/13 del 29/03/2013” (Valutazione dei dati del monitoraggio ambientale. Fase di corso d’opera, p. 5).
Rumore
“La frequenza, la durata e il periodo dei rilievi risultano generalmente coerenti con il PMA. Solamente in alcuni punti si sono verificate delle difformità, giustificate da L.T.F. in ragione di problemi atmosferici (punti A5.1b – A5.21 – A3.1), guasti tecnici (A5.21), problemi di sicurezza (generatori di illuminazione) e presenza di rumore del ruscello “Clarea” (punto A5.23).” (Valutazione dei risultati del monitoraggio ambientale. Componente rumore – Fase di corso d’opera marzo-novembre 2013, p. 5).
“La frequenza, la durata e il periodo dei rilievi risultano generalmente coerenti con il PMA. Solamente nel punto A5.23 non è stata rispettata la frequenza mensile (non risultano rilievi di febbraio e marzo), per ragioni non comunicate agli scriventi.” (Valutazione dei risultati del monitoraggio ambientale. Componente rumore – Fase di corso d’opera dicembre 2013-maggio 2014, p. 4).
“La frequenza, la durata e il periodo dei rilievi risultano generalmente coerenti con il PMA. Solamente nel punto A5.23 non è stata rispettata la frequenza mensile (luglio) e il monitoraggio di Settembre non risulta di 48 ore bensì di 24, per ragioni di pubblica sicurezza dovuta a manifestazioni nei pressi del cantiere, secondo quanto affermato da “EDF-Fenice”, responsabile dei monitoraggi.” (Valutazione dei risultati del monitoraggio ambientale. Componente rumore – Fase di corso d’opera luglio-settembre 2014, p. 4). Ma il 24 settembre 2014 non ci risultano manifestazioni nei pressi del cantiere…
Conclusioni
Siamo ben consapevoli che un cantiere come quello di Chiomonte non è un pranzo di gala, che un intervento del genere porta inevitabilmente con sè delle criticità ambientali (come testimoniano l’incremento delle polveri sottili, la moria di pesci in Clarea e i problemi con l’arsenico nelle rocce). Ed è uno dei motivi per cui ci opponiamo al Tav. Ma proprio per questo ci pare doppiamente deplorevole che i monitoraggi ambientali vengano effettuati con superficialità. Che manchino i controlli. Che non vengano rispettati i programmi minimi indispensabili a rendere l’opera autorizzabile dal Governo.
E c’è dell’altro. Questi rilievi di Arpa – non isolati – sono solo la proverbiale punta dell’iceberg. Molto altro non funziona nel controllo ambientale attorno al cantiere del tunnel geognostico. Elementi gravi e sostanziali. Ci torneremo su, presto.