I sindaci dell’Unione Montana Alta Valle Susa, lunedì 22 marzo, si sono incontrati con TELT per un sopralluogo all’esistente cantiere della Maddalena di Chiomonte per monitorare l’andamento dei lavori di allargamento e successivamente, alla piana di Salbertrand, dove secondo la nuova variante di progetto dovrebbe sorgere la fabbrica dei conci (blocchi semicircolari di calcestruzzo che dovrebbero essere utilizzati per rivestire il tunnel di base) per il TAV.
Le preoccupazioni dei sindaci dell’Alta Valle riguarderebbero la gestione della sicurezza dei cantieri futuri situati sui loro territori e il grave impatto che questi determineranno sulle comunità locali, vista l’esperienza dei Comuni di Giaglione e Chiomonte.
Insomma, i Comuni dell’Alta Valle, all’alba del 2021, si sentono esclusi dalle trattative tra Stato e TELT che dai primi anni ’90 hanno preso una direzione ben chiara riguardo alla Grande Opera, quella di escludere le comunità e le istituzioni locali da ogni tipo di dialogo.
Secondo l’Unione Montana, l’incontro con il famigerato Direttore Generale Mario Virano (giunto in Valsusa in qualità di proponente l’opera), doveva avere l’obiettivo di chiedere un maggior impegno anche da parte di TELT per superare ” l’impasse comunicativa tra i vari attori: Comuni, Prefettura, Questura.”
Dopo anni di denuncia dei cittadini della Valle (specialmente degli abitanti di Giaglione e Chiomonte, che si vedono negare quotidianamente il diritto alla libera circolazione all’interno del loro territorio comunale, ai loro terreni e alle vigne che coltivano) si sono resi conto che la situazione che si sta delineando per i loro Comuni sarà all’incirca la stessa.
Zone completamente inaccessibili perché di interesse militare, presidiate giorno e notte da forze dell’ordine, check point per entrare e uscire dalle aree in prossimità dei cantieri, servizi interrotti.. Insomma “impattanti condizioni logistiche che penalizzano in modo assurdo la vita quotidiana dei cittadini coinvolti dalla gestione delle attività di cantiere”.
Tutto giusto, anche se decisamente in ritardo, peccato che a questo punto, l’Unione Montana Alta Valle ritiene “indispensabile un maggiore rispetto per le Comunità locali ed evidenzia la necessità di superare la frammentazione informativa attuale al fine di tutelare gli interessi dei propri cittadini”
Viene da chiedersi come una migliore comunicazione riguardo a decisioni già prese possa in qualche modo migliorare la quotidianità e possa garantire la libertà di circolazione degli abitanti dell’Alta Valle.
Non sarebbe forse il caso di informare i cittadini delle conseguenze che i cantieri avranno sul loro stile di vita e sulla loro salute ad esempio?
Ricordiamo che l’area di Salbertrand, si trova in una zona esondabile a due passi da un importante parco naturale, in un luogo dove è presente un deposito di materiali inerti tra cui l’amianto. A questo si aggiungerebbe l’inquinamento derivato dalle polveri sottili dello smarino (che una volta estratto dal cantiere di Chiomonte sarebbe portato lì per trasformarlo nei conci) e dal passaggio di oltre 400 camion al giorno.
Pensiamo che non possano esistere mediazioni con chi continua a farsi promotore di un disastro ecologico che si ripercuoterà sulle vite non solo nostre ma anche delle generazioni future soprattutto alla luce delle tremende conseguenze che questo tipo di sviluppo sta creando.