di Luigi Casel.
Premetto che scrivo non a nome del Movimento No-Tav ma solamente a nome mio, cittadino della Valle di Susa.
Dal 4 Marzo sono passati sei mesi. Più di tre dalla formazione del nuovo governo. Credo almeno due da quando il Ministro Toninelli ha dichiarato che il Governo avrebbe deciso sul Tav entro fine anno dopo la valutazione del rapporto costi/benefici. Ma soprattutto ha dichiarato che, prima di tale decisione, qualunque azione volta all’avanzamento dell’opera sarebbe stata considerata un atto ostile al Governo stesso. Ho taciuto fin qui perché mi pareva giusto il detto “lasciamoli lavorare”. Ora li ho visti lavorare, non il Governo, il Partito 5Stelle, Di Maio, Toninelli, Castelli, Carabetta, etc …. Ho visto lavorare le imprese che stanno occupando in queste ore il territorio della Valle di Susa, ho visto lavorare Virano, Foietta (nominati dal Governo), che procedono spediti con appalti pretestuosi ed inutili. Ho visto lavorare il Cipe (che non è un’entità astratta ma formata da rappresentanti del Governo e se andate a vedere l’attuale composizione controllato a maggioranza da M5S). Ho visto e vedo lavorare tutte le componenti SI TAV che naturalmente hanno ogni vantaggio a impegnare/sprecare la maggior quantità di denaro possibile al fine di far diventare antieconomica una cancellazione del progetto. Insomma non è che bisogna essere un Ministro per comprendere che più appalti vengono assegnati, più penali occorrerà pagare e più antieconomica e quindi imperseguibile sarà la exit-strategy. Di atti ostili, da quando Toninelli parlò, ne sono stati fatti a iosa e il silenzio del Ministro è tombale. In questo silenzio si continuano a sprecare soldi, devastare territori, creare problemi alla salute di cittadini, militarizzare territori, rinvigorire pratiche di uso del denaro pubblico il cui contrasto è stata la principale bandiera del M5S. E’ stato difficile fin qui tacere per “lasciarli lavorare”. Tacere di fronte alla chiusura dei porti ai migranti fatti via twitter (Toninelli), agli accordi sull’ILVA (copia-incolla di quelli pensati da Calenda), alle imbarazzanti sciocchezze tirate fuori sul crollo del Ponte Morandi (chiacchiere sapendo che non possono che essere chiacciere), alle posizioni sul terzo valico, ai balbettii sul TAP, all’appiattimento su un partito reazionario e xenofobo. E’ stato difficile davvero, ma per la causa l’ho fatto. Ora la lacerazione delle strade chiuse, dei terreni occupati, della protervia impenitente che continua a ferire la mia terra, non mi permette più di stare zitto e di “lasciarli lavorare”. Semplicemente perché non stanno lavorando e il loro non lavorare consente agli altri di lavorare e di lavorare molto più alacremente di quando al governo c’erano altri. E quando forse Toninelli deciderà di alzare gli occhi un po’ sopra quegli occhiali che ogni giorno sembrano pesare di più, beh sarà troppo tardi. Il momento dell’agire politico è questo, non domani o dopodomani. So che ci sono molti esponenti M5S che stanno soffrendo per questo atteggiamento. Sono NO-TAV, lo sono sempre stati e sempre lo saranno. E’ a questi eletti (purtroppo non c’e’ più Marco Scibona – e non è un caso-) che mi rivolgo. Non c’e’ molto tempo e chiedo a loro un gesto forte per evitare la marginalizzazione e la testimonianza. Chiedo loro una autosospensione dal Movimento 5 Stelle fino a che Toninelli non rispetti ciò che ha detto e che in fondo è stato scritto anche nel programma di Governo. Ho l’impressione che senza un gesto del genere, tutto resterà nelle sabbie mobili e che i sorrisi dei SI-TAV saranno sempre più larghi. In ogni caso, noi continueremo ad esserci e continueremo a fare ciò che abbiamo sempre fatto in questi ultimi trent’anni …
RESISTERE PER LA DIGNITA’ DELL’ESISTERE.