I difensori denunciano gli atteggiamenti intimidatori dei pm e l’attacco alle garanzie procedurali: “In pericolo la democrazia”.
da TG Valle Susa – Torino.21.11.2013. Atmosfera pesante e rimostranze degli avvocati in aula bunker oggi. Cresce il nervosismo tra le parti ma soprattutto il disagio delle difese di fronte a quello che chiamano atteggiamento intimidatorio da parte dei pm e la sostanziale connivenza della Corte. Se l’udienza in sè non ha presentato nel merito particolari motivi di screzio, perchè si è disaminata prevalentemente la testimonianza dell’ennesimo funzionario Digos, l’Ispettore Capo Valentino Raimondi, si è invece intensificata la conflittualità per le continue interruzioni, anche sulla voce, “come ai talk show” ha lamentato l’Avv. Novaro. Ma quello che pesa più di altro è il continuo attacco alle prerogative e ai diritti della difesa che si traduce in interpretazione arbitraria (o estrema) delle procedure, per esempio sul controesame dei testi, nella fitta calendarizzazione che impedisce la visione e la stessa redazione delle trascrizioni da un’udienza all’altra (usualmente prende dai 7 ai 9 giorni mentre l’ultima udienza è dell’altroieri), nella non comunicazione delle convocazioni dei testi da parte della Procura (che provoca la necessità per OGNI avvocato di trascorrere in aula lunghe ore anche quando le testimonianze non riguardano i rispettivi clienti, causando loro in tal modo anche un danno professionale). Oggi si sono visti avvocati imbufaliti che uscivano dall’aula platealmente per l’esasperazione e un reporter costretto dagli irruenti marcantoni della scorta di Rinaudo a cancellare una fotografia dei pm malgrado fosse stato convenuto fin da precedenti udienze che si potessero prendere immagini in aula con l’esclusione solo degli imputati (“Decidiamo noi!” – dice la scorta; “Io non voglio esser fotografato e quindi lei non fotografa” – dice un impettito Rinaudo). Ma in sostanza i difensori lamentano un clima esasperato che parte dall’utilizzo dell’aula bunker per un processo a reati di cui i più gravi sono resistenza aggravata e lesioni, per arrivare a negare la sede del Palazzo di Giustizia per il convegno proposto dai Giuristi Democratici il 2 Dicembre su temi giuridici legati all’attualità con la partecipazione di emeriti personaggi, questi si, al di fuori di ogni sospetto come il giudice Palombarini o un rappresentante sindacale della polizia. Il tutto costituisce – dicono gli avvocati – un’ “enorme anomalia” che sta portando l’intero collegio difensivo sull’orlo della protesta clamorosa. “Se fosse un processo a Berlusconi – qualcuno azzarda – ci sarebbero ben altri riguardi e si tollererebbero persino i gesti di protesta arrogante dei Ghedini“; qualcun altro propone di investire della criticità della situazione i parlamentari più interessati e vicini alla vicenda valsusina: “Se deve essere un processo politico allora che lo sia fino in fondo” dicono altri . Che stia succedendo qualcosa di molto grave è comunque l’opinione comune del legal team. Si riuniranno per decidere il da farsi. Insomma, un processo in ebollizione che potrebbe riservare sorprese. (F.S.)
Nella foto: gli avvocati si riuniscono durante un intervallo per discutere la situazione in aula