Articolo di luglio 2012….sempre più attuale
Da Teste Libere – Sabato scorso c’è stato un altro confronto vivace tra attivisti No TAV e le forze militari che presidiano un’area nota come il fortino di Chiomonte, una zona agricola e archeologica della Valle di Susa sequestrata ai cittadini per farci, forse, un cantiere da dedicare a un altro tunnel tra Italia e Francia. Anche in questo caso, non poteva mancare il consueto lancio di gas, elargito in dosi abbondanti a coloro che stavano lungo il perimetro esterno del fortino.
Il gas utilizzato è in larga misura gas CS, un’arma chimica tossica vietata dalle convenzioni internazionali.
Sulla tossicità del gas CS esiste un’ampia letteratura scientifica fin dagli anni ’60. Ciò che sappiamo sulla tossicità di quest’arma è che una breve esposizione a basse dosi provoca una forte irritazione della pelle e delle mucose, con problemi respiratori più o meno seri a seconda dei soggetti colpiti. Una lunga esposizione a concentrazioni elevate può provocare effetti molto più gravi, con esiti anche letali. Purtroppo, data la quantità di gas utilizzata e le caratteristiche del terreno, nel caso degli scontri contro i No TAV le concentrazioni e i tempi di esposizione rischiano di essere spesso molto alti.
Nel 1989, un gruppo di medici e scienziati di importanti istituti di ricerca, tra cui la Harvard Medical School e la Duke University Medical School, pubblicò un articolo allarmante su The Journal of the American Medical Association dal titolo significativo: Tear Gas: Harassing Agent or Toxic Chemical Weapon? Ovvero: I gas lacrimogeni: agenti irritanti o armi chimiche tossiche?
Gli studi presentati nell’articolo ci mostrano che l’esposizione ad alte concentrazioni di gas CS possono avere effetti molto gravi a carico di fegato, cuore e polmoni, con conseguenze a volte letali. Il contatto con i polmoni può causare polmonite chimica ed edema polmonare. Il contatto con la pelle, soprattutto se in presenza di sudore, può causare ustioni e dermatiti da contatto.
In base alla sperimentazione sugli animali, si stima che per gli adulti la DL50 (la dose letale in grado di uccidere la metà dei soggetti esposti) del gas CS assunto per inalazione sia in un intervallo da 25 a 150 g/m3. Quando una bomboletta di gas CS esplode in campo aperto, genera una nuvola di qualche metro di diametro con una concentrazione, al centro, da 2 a 5 g/m3. Se però si fanno esplodere molte bombolette in un bosco, come spesso accade a Chiomonte, si forma una nuvola molto fitta, trattenuta dalle piante, dove la concentrazione di gas tossico può raggiungere livelli molto elevati. Anche se non si raggiungono le dosi letali, gli effetti sulla salute possono essere comunque gravi.
A complicare ulteriormente le cose ci sono i possibili effetti genotossici. Il gas infatti contiene sostanze in grado di provocare mutazioni nel codice genetico, con effetti potenzialmente devastanti.
Gli studi di mutagenesi in vitro del gas CS hanno fornito risultati discordanti: in alcuni studi i test hanno dato esito positivo, in altri negativo. Altri studi in vivo condotti sui criceti concordano sulla capacità del gas di alterare i cromosomi. Dato che gli effetti genotossici sono spesso correlati all’insorgere di tumori o di malformazioni neonatali, sebbene non esistano studi epidemiologici in grado di dimostrare una correlazione certa tra l’esposizione al gas e queste malattie, il principio di precauzione dovrebbe indurre al bando di queste sostanze.
In effetti, già nel 1969 80 nazioni proposero il bando di tutte le armi chimiche, comprese quelle non letali.
Nel 1993, la Convenzione sulle armi chimiche di Parigi proibì qualsiasi attività di sviluppo, produzione, acquisizione, detenzione, conservazione, trasferimento e uso di armi chimiche e dei materiali ad esse collegati. Tra le armi chimiche, inclusero i gas CS.
L’Italia firmò il Trattato di Parigi nel 1995, impegnandosi a distruggere il 100% delle armi chimiche in suo possesso entro il 2007. A meno che i gas usati contro i No TAV non siano in realtà solo fialette puzzolenti con l’etichetta sbagliata, pare che tale distruzione non sia mai avvenuta.
Nell’ottobre del 2011, il Ministero della Sanità emanò un decreto con circolare “ad alta priorità” per segnalare il pericolo concreto che i terroristi di Al Qaeda utilizzassero armi chimiche “come ad
esempio il Cs” esposti al quale, secondo il ministero, si rischia l’edema polmonare e il soffocamento. Se il rischio terroristico era solo “concreto”, l’utilizzo del gas contro i manifestanti al G8 di Genova invece era certo, dato che era stato usato usato pochi mesi prima.
In conclusione, le istituzioni sono consapevoli della pericolosità delle armi al CS, ma continuano a usarle in modo massivo contro i propri cittadini. Per chi volesse cercare di fargli cambiare idea, è in corso una petizione diretta al Ministero della Difesa e al Presidente della Repubblica.
Scheda informativa sul CS tratta dal manuale Medical Aspects of Chemical Warfare del Dipartimento sulle Armi USA. Oltre agli effetti sulla salute, ci sono anche indicazioni sulla decontaminazione: le persone esposte dovrebbero ripulirsi i vestiti stando davanti a un ventilatore per rimuoere la polvere, quindi lavare i vestiti e farsi una doccia con abbondante acqua e sapone. I soldati che non si fanno la doccia dopo le esercitazioni (condotte con maschere e tute protettive) rischianoustioni ed eritemi molto seri.