da Etinomia – Un nostro socio, R., dopo aver scritto all’ Assessore Regionale ai Trasporti ed alle Infrastrutture Barbara Bonino, in merito al costante degrado della rete dei trasporti regionali a fronte di cospicui investimenti per il TAV, ha da Lei ricevuto la seguente risposta:
Gentile R., la legge Cantiere – Sviluppo e Territorio che ho portato in Consiglio Regionale qualche mese fa ha già prodotto i primi risultati a favore delle realtà produttive piemontesi. Le aziende della Val Susa stanno già lavorando al Cantiere di Chiomonte, come l’interà comunità. Altri soldi che il CIPE sta per finanziare saranno spesi nel nodo di Rebaudengo per collegare l’aeroporto con il nodo di Torino e portare i turisti nelle nostre vallate non appena sbarcano a Caselle. Il tutto entro pochi anni (4 – 5).
Barbara Bonino
Etinomia, associazione di imprenditori etici per la difesa dei beni comuni, desidera puntualizzare quanto segue:
I lavori nel cantiere TAV in Valsusa già da oggi, a cantiere non avviato se non per lavori di di sondaggio, stanno portando alla popolazione e le imprese della valle notevoli disagi. L’agricoltura nelle zone interessate dai lavori è fortemente penalizzata a causa della difficoltà (o impossibilità) nel recarsi presso i campi coltivati a causa delle recinzioni e dei controlli imposti dall’”area strategica nazionale”, e innumerevoli disagi sono attesi in caso di avvio del cantiere a causa di polveri, inquinamento atmosferico e carenza di acqua. Questi disagi avranno impatto enorme durante i moltissimi anni di lavori e saranno definitivi per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico (come il TAV al Mugello ha da poco tempo dimostrato).
Il mercato immobiliare è pressoché fermo, in quanto durante un’opera di cementificazione di tale portata non sono proponibili realizzazioni di nuove abitazioni (le persone tendono ad allontanarsi dalla Valle anziché venire ad abitarci) né altre nuove costruzioni. Il valore di tutte le abitazioni è crollato.
La produzione in genere è in stallo, perché la presenza di quantità enormi di forze dell’ordine è un ostacolo al libero movimento anziché un segnale di sicurezza. Non sono rari i casi di piccoli imprenditori che si sono trovati in difficoltà per la sola presenza di tenaglie o altri materiali da lavoro, utilizzate quotidianamente per lo svolgimento delle proprie attività, all’interno dell’automezzo.
La questione turismo è la più impattata. Già a partire dalla primavera si sono verificate lunghe code sull’autostrada Torino-Bardonecchia a causa del restringimento di carreggiata causata dall’ingresso al cantiere TAV. Questo restringimento sarà presente per tutta la durata dei lavori. Una valle oggetto di enorme cantiere perde ogni attrattiva turistica, quindi i paesi di bassa e media valle subiranno danni
enormi. Lo stesso discorso è applicabile per gli eventuali (sbandierati, ma peraltro estremamente improbabili) enormi flussi di merci che attraverserebbero la valle, un treno merci dietro l’altro come viene spavaldamente annunciato dai promotori dell’opera. Per contro, al termine dei lavori, nessun vantaggio verrebbe dato ai flussi di turisti, che arrivando in aereo a Caselle (l’aereo è notevolmente più vantaggioso rispetto al treno sia dal punto di vista economico che di tempi di viaggio), certamente non salirebbero su un treno per poi dover cambiare linea a susa per poi, (dopo altri 2 o 3 cambi), dover prendere un pulman una volta raggiunta la località turistica di destinazione. Il tipo di turismo che alletta la Valle, ovvero il turismo montano, richiede attenzioni e costi che un treno assolutamente non può fornire.
Rimane da puntualizzare che molte delle aziende che attualmente lavorano all’interno del cantiere TAV, vantano dei trascorsi poco limpid ad esser buoni, come documentato dai numerosi dibattiti pubblici organizzati in valle sul tema (raggruppati poi nel dossier “c’è lavoro e lavoro” – dossier che analizza i curricula penali non proprio intonsi di molti capitani delle imprese destinate a portare lo sviluppo). Inoltre, a cantiere avviato, le aziende locali lasceranno spazio a colossi nazionali quali la CMC Ravenna, attuale assegnataria
del progetto (senza regolare gara d’appalto), che non intende utilizzare manodopera locale né infrastrutture esistenti. Ad oggi, a fronte del piccolissimo numero di persone che ottengono lavoro dal cantiere o dal mercato indotto, una innumerevole quantità di persone ne subiscono i disagi. In nessun caso già passato un cantiere del genere ha portato ricadute positive nei territori che attraversa. Ricordiamo che il tav dovrebbe portare merci che “attraversano” i territori, e non hanno utilità PER i territori né per le zone limitrofe, a maggior ragione per un treno che ha dei costi di costruzione, gestione ed esercizio enormi a fronte del risparmio di alcuni minuti durante il tragitto. I costi di fruizione saranno assolutamente non concorrenziali rispetto ai mezzi di trasporto già presenti, in esercizio ed
assolutamente funzionali allo scopo (anzi, addirittura abbondamentemente sovrastrutturati).
Etinomia, a nome dei sui numerosissimi associati imprenditori e sostenitori, sollecita con forza una diversa distribuzione degli investimenti, a favore di piccole opere veramente utili, rispettose dell’ambiente (e quindi della principale attrattiva turistica della Valle di Susa), dell’arte e dell’architettura (e quindi di interesse per la stessa Torino), e della gente che in questi luoghi vive.