Giuliano ha lo sguardo mite e fermo. Passa le giornate a leggere le lettere e a rispondere. Legge anche molti libri (può ricevere solo quelli con copertina morbida). Si è comprato una radio, la tv non gli manca perché non ce l’ha nemmeno a casa. Sorride sempre, scherza. Ci parla del suo desiderio di vedere la sua fidanzata. Non può usufruire dei momenti di socialità per ora. Riesce a dormire di notte e le giornate passano in fretta. Vi abbraccia tutti.
Luca mi saluta impacciato. All’inizio è chiuso, diffidente, quasi sulla difensiva. Poi piano piano si apre e ci parla delle sue giornate, ma soprattutto dei suoi compagni in carcere… tante storie diverse, da capire. Perché “siamo tutti uomini e possiamo sbagliare”. Lui le lettere le tiene sotto il cuscino e le legge di sera. Non scrive tanto. È più portato per l’attività fisica e patisce perché non può allenarsi. I tagli non consentono più di avere un istruttore in carcere e usufruire della palestra. Ha diritto alla socialità e quando l’hanno chiamato stava giocando a carte. “Ieri sera ho perso… stasera stavo vincendo… mi prenderanno in giro!”. Sorride finalmente. Lo salutiamo e lui torna alla sua partita.
Percorro sempre quei corridoi con una specie di peso sul cuore. E quando esco ho solo un parola che mi gira in testa. Ma non ve la dico.
Francesca Frediani, Consigliere Regionale M5s No Tav