Compaiono e scompaiono i folletti della Clarea , alla ricerca dell’impavido Giacu. Su per la montagna , giù per il sentiero , attraverso il bosco , inseguiti dall’urlo della civetta.
Compaiono e scompaiono tra le pieghe della notte e nessuno si accorge del loro arrivo. Nemmeno gli omini finto-indaffarati del pollaio. Quelli blu , quelli neri e quelli arancio.
“ Varda là sti falabrac ! “ sibila Giacu , appostato accanto alla baita in lamiera. Rapidi i Folletti scendono dal Campo della Memoria, silenziosi come gli spiriti che lo abitano.
Tutti sonnecchiano aldilà delle reti ma quando i Folletti urlano il loro sdegno e Giacu suona tutte le “cioche” ecco aprirsi una delle “preziosissime porte in ruggine autentica “ che chiudono il rabbioso pollaio.
“Pericolo! Pericolo!” urla Giacu trafelato. Ma un miracolo accade e la truppa inferocita , pronta a lanciarsi sui Folletti ribelli e catturare l’imprendibile Giacu , arretra e , correndo, torna a rinchiudersi nel cantiere-galera.
“ Basta là! A sun spaventase ! “ Giacu sghignazza guardandosi alle spalle “ Mi i sei perché….”.
Poi scompare tra le betulle mentre un tasso lo segue furtivo . I Folletti scendono a Valle con nel cuore l’impressione che “qualcuno” abbia convinto gli omini del pollaio alla ritirata precipitosa.
Qualcuno che veglia sulla Clarea…….
Alla prossima!