Per anni si è pensato che il tgv in Francia fosse stata un’ottima idea. Mar Fressoz, giornalista francese, ci dice nel suo libro che non è proprio così, non è tutto oro quello che luccica. Per anni siamo stati abituati a pensare che la mobilità su ferro o rotaia fosse ecologica e sostenibile a differenza della gomma e dell’asfalto. Purtroppo per noi questo non solo non è vero ma è una semplicistica analisi delle emissioni inquinanti e dell’inquinamento in sè. Il problema sta a monte e con numerose teorie ed analisi si è provato a spiegarlo. Il problema risiede nella scelta stessa dello spostamento, nella sua utilità, nell’utilità della scelta di un mondo in cui siano le cose e le persone a spostarsi e non le conoscenze. Un mondo basato sul concetto di crescita, una tendenza all’accelerazione, alla velocità e alla voracità di cui il progetto tgv è stato un’abile e nefasto interprete. Di grande attualità poi per il grido di allarme con cui l’autore denuncia la velocissima privatizzazione in corso di SNCF gestore pubblico da sempre delle ferrovie francesi. Ora dopo 30 anni di esperienza ripercorrerne la scelta, lo sviluppo e un bilancio può essere utile per capire se sia il caso di continuare a pensare in questa direzione. Augurandoci di poter disporre a breve di un’edizione italiana segnaliamo quindi questa interessante pubblicazione, FGV faillite a grand vitesse di Mar Fressoz edito da Cherche Midi.