La diatriba tra RFI (spinto da Telt) e il Comune di San Didero, in merito all’impacciato tentativo di far passare delle barriere antintrusione come delle recinzioni legate alla messa in sicurezza di un tratto ferroviario specifico, porta con sé dei risvolti davvero interessanti per comprendere ancora più a fondo il modo di agire subdolo che Telt continua a voler mettere in atto per portare avanti la costruzione della linea alta velocità Torino – Lione e le opere a lei connesse. Anche questa volta, però, i signori del TAV di fronte si sono trovati un Sindaco e un intero Comune pronti a dare battaglia con ogni possibile mezzo a loro disposizione.
Evidentemente, Telt pensava che mandando avanti un colosso come RFI con lettere e progetti, il piccolo comune di San Didero avrebbe abbassato la testa e avrebbe accolto la proposta nel totale silenzio. Invece, i signori del TAV hanno trovato in quel piccolo Comune un sindaco e dei funzionari che, con forza immensa, hanno risposto colpo su colpo con ferma eleganza all’altezzosa lettera in cui RFI scriveva “…cessa quindi la necessità di apposita autorizzazione in merito”, riferendosi alla negazione da parte del Comune del nulla osta richiesto da Rete Ferroviaria Italiana per il posizionamento delle barriere “di sicurezza” lungo i binari del tratto ferroviario che costeggia il Presidio di San Didero.
Pochi giorni fa il Comune di San Didero ha chiarificato a RFI che “non è stato rilasciato alcun nulla osta riferito alla cantierizzazione” in quanto il cantiere “rimane subordinato alle caratteristiche tecniche della recinzione che deve essere compatibile con l’ambiente” e “DIGNITOSA” e che pertanto l’ente “NON AUTORIZZA ALCUNA CANTIERIZZAZIONE”. Tutto questo perché, da quanto appreso dal comune grazie ai progetti forniti da Rfi, le barriere previste non avrebbero proprio nulla a che vedere con quelle che normalmente si vedono un po’ sparse per tutta Italia, con funzioni ad esempio antirumore o di protezione di alcuni tratti di ferrovia, ma parrebbero, al contrario, molto simili alle recinzioni (fatte di betafence, Jersey e filo spinato) poste invece a protezione dei cantieri Tav che deturpano la Valsusa a Chiomonte e San Didero.
Quanto alle telecamere, la stessa RFI, nella sua lettera concede che “provvederà a rimodulare l’inquadratura” senza dare ulteriori dettagli. Anche su questo, il comune di San Didero tiene il punto e specifica che le telecamere “devono riprendere solo la linea ferroviaria e non devono assolutamente inquadrare aree private, aree pubbliche o di pubblico passaggio”. Constatiamo ancora una volta come ormai Telt sia ufficialmente allo sbando, visto il tentativo estremamente goffo di far passare una barriera antintrusione alta mt. 3,50, per una recinzione di sicurezza.
A questo punto non ci resta che invitare RFI non prestare il fianco ai giochetti mal costruiti di Telt e a non incamerare nuove figuracce, giacché ne ha già fin troppe causate dalla mala gestione delle linee ferroviarie visti i penosi ritardi a cui sono costantemente costretti a sottostare le migliaia di pendolari che ogni giorno si recano nel capoluogo di regione per motivi lavorativi.
A Telt, invece, mandiamo una piccola pernacchia vista la loro ennesima figura incassata, ricordandogli che il popolo valsusino è un popolo testardo e molto attento a quello che lo circonda.