Che sorpresa, ancora una volta un magistrato che si occupa di No Tav e lotte sociali in Val Susa e a Torino è finito nei guai per aver aiutato un potente a farla franca. Questa volta si tratta di Enzo Bucarelli, pm che negli ultimi anni ha sostituito insieme ad altri lo storico pool nella repressione di chi lotta contro la devastazione in Val Susa.
Bucarelli sarebbe accusato dalla procura di Milano di aver depistato le indagini sul calciatore del Torino, Demba Seck, denunciato dalla sua ex fidanzata per aver minacciato di diffondere pubblicamente un video intimo. Davanti a questo caso di “revenge porn”, il PM, secondo la segnalazione partita dal procuratore generale Francesco Saluzzo, avrebbe avvertito l’agente del giocatore prima di perquisirne la casa. All’arrivo della Guardia di finanza e carabinieri, nell’appartamento di Seck erano già presenti i legali del calciatore. Bucarelli avrebbe partecipato personalmente alla perquisizione e davanti a carabinieri e finanzieri avrebbe cancellato il video citato nell’esposto dell’ex fidanzata di Seck dal cellulare del calciatore: non solo dalla memoria del telefono, ma anche dalle chat con gli amici ai quali il 22enne avrebbe spedito il filmato. Da parte sua, sulla cancellazione del video, Bucarelli si sarebbe giustificato dicendo che non c’erano «esigenze investigative», visto che quel video era già in procura. L’episodio però è apparso quantomeno strano ai finanzieri, che lo hanno riportato in una relazione finita sulla scrivania della procuratrice vicaria Enrica Gabetta, a capo del pool anticorruzione.
Sui giornali la vicenda viene descritta con toni comici: Bucarelli diventa il “PM ultrà” che sarebbe stato influenzato dalla sua fede calcistica granata. Ma quanto è ipotizzato dagli inquirenti, se si rivelasse vero, è estremamente grave, perché testimonia la disposizione del magistrato a fare un uso improprio del suo ruolo per fare un favore ad un personaggio potente come un calciatore, oltretutto di fronte ad un comportamento di quest’ultimo particolarmente violento e pericoloso, come la diffusione di video che violano l’intimità di una donna.
Se fosse veramente bastata la fede granata a curvare le indagini, chi può dire quali altri tipi di pressioni, convincimenti personali e conoscenze potrebbero aver influenzato il PM nello svolgimento del suo lavoro?
Non è il primo caso in cui PM anti-No Tav finiscono nei guai per la “disinvoltura” con cui si rapportano alla legge ed in genere tutto si risolve con un trasferimento e tanta polvere sotto il tappeto, come nel caso di Padalino. Una domanda sorge spontanea, ma questi magistrati li vanno a cercare con il lanternino, o è semplicemente che avendo una maggiore predisposizione al “lavoro sporco” si adattano alla repressione di chi lotta contro la devastazione del territorio? Domande a cui difficilmente avremo una risposta.
Ricordiamo brevemente che Bucarelli è il Pm che nel 2018 aveva chiesto l’archiviazione e l’assoluzione per Mario Virano, ex commissario del governo alla Torino-Lione ed ex direttore generale di TELT da un’accusa di omissione di atti d’ufficio. Il procedimento era nato da un esposto di alcuni No Tav che avevano richiesto copie di alcuni atti dell’Osservatorio del governo per la Torino-Lione. Non avendo ottenuto risposte esaustive e celeri avevano cominciato una battaglia di carte bollate, con diffide e ricorsi al Tribunale amministrativo regionale del Piemonte che aveva ritenuto la loro richiesta generica, ma aveva invitato Virano a consegnare il materiale richiesto. Per sciogliere alcuni nodi l’allora commissario del governo si era rivolto all’Avvocatura dello Stato, facendo passare moltissimo tempo.
Da allora la sua attenzione nei confronti del movimento No Tav è cresciuta, tanto che ha ereditato alcuni dei processi già in corso e rappresenta attualmente l’accusa in almeno tre procedimenti in atto: una passeggiata di lotta partita da Giaglione il 18 novembre 2018, il primo maggio No Tav del 2019 per cui furono emesse 13 misure cautelari ai danni degli attivisti a Torino ed in Val Susa e l’8 marzo 2020 ai Mulini in Clarea. Inoltre Bucarelli è il magistrato che ha firmato la perqusizione al Centro Sociale Askatasuna dopo il concertone del 15 ottobre 2022 che ha portato al sequestro dell’impianto musicale e di alcuni wrustel. Sue sono anche le denunce nei confronti degli artisti che in quell’occasione avevano preso parte alla serata in difesa del centro sociale.