Il confronto tra l’enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco e la questione linea TAV Torino-Lione.
Nell’editoriale di domenica il nostro collaboratore Fra Martino lo ha definito “Parroco no-tav”.
Don Mignani gli risponde..
Ebbene sì, sono un parroco No-Tav (come mi hanno definito)!
O meglio, lo sto diventando sempre con maggior convinzione, man mano che posso approfondire questo tema scottante.
Prima anch’io, come tantissimi di voi che leggete, ero stato anestetizzato dalle notizie date dai mezzi di informazione che ci avevano convinto che il TAV=treno-ad-alta-velocità era “un’opera strategica” per il futuro dei trasporti veloci e “rispettosi dell’ambiente”, per unire l’Europa. Una linea di comunicazione chiamata “Corridoio Lisbona-Kiev” (sembrava addirittura un progetto di pace!)
Forse questa dicitura, “strategica”, avrebbe invece dovuto insospettirci fin dall’inizio: oggi su Kiev avremmo molte riflessioni da fare, ma andiamo avanti… il pensiero di sinistra e la Chiesa stessa erano favorevoli.
Tanto tutti hanno insistito (o anestetizzato…) che ho sottovalutato il problema della lotta No-Tav, complice anche un caro amico prete che un giorno, ai miei dubbi, aveva detto: “Ma dove sei, è un’opera “strategica” per il futuro, aggiornati! La scienza e la tecnica vanno avanti, datti un giro!”.
Strategica, strategica… questa parola mi veniva ripetuta più volte… ero però allora ben lontano dal sapere quanto segretamente fosse vera!
Così mi assopii – colpevolmente, lo ammetto – su questa questione per alcuni anni, assorbito dai molteplici impegni della parrocchia e della GIOC.
Improvvisamente, circa tre mesi fa ricevo una mail da una persona della Val di Susa che conoscevo in tempo passato.
Mi avvisava che era uscito un libro scritto da un gruppo di Cattolici della Valle che metteva a confronto l’enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco con la questione linea TAV Torino-Lione. Me lo faccio spedire e lo leggo in breve tempo: un lavoro certosino di messa a confronto tra la “Laudato Si’” e tutta una documentazione autorevole scientifica, sociale e spirituale, che mette in evidenza come la TAV sia un’opera che distrugge il creato, elimina ogni possibilità di dialogo tra politici, impresa costruttrice e abitanti del luogo, quindi una ferita devastante alla democrazia.
E per di più inutile.
Ho immediatamente preso contatto diretto con gli amici di Susa con i quali abbiamo organizzato una serata di presentazione del libro a Settimo Torinese. Quella sera è stata molto importante e abbiamo conosciuto le questioni di fondo riguardo alle motivazioni del NO alla TAV.
I punti di forza di questa convinzione che sta sempre di più maturando in me, come responsabilità a cui non posso sottrarmi, come essere umano, come credente, come PRETE, nasce dalla consapevolezza delle realtà che man mano vengono a galla in questa ricerca approfondita i due elementi chiave:
1. Il disastro ambientale, che è un pezzo di anti-genesi (per dirla come mons. Bettazzi!), che ricade prima di tutto sugli abitanti della Valle di Susa, fa pensare che sia una questione che interessi solo a loro, a cui implicitamente si chiede di abbandonare le loro terre e di subire gli avvelenamenti – descritti scientificamente nel libro – provocati da quest’opera, e che quindi tocchi solo a loro sopportarne le conseguenze. Ma la questioni ci tocca tutti e riguarda il futuro dell’umanità tutta violentata da questo folle tipo di sviluppo. I Valsusini sono messi a tacere mentre invece tutti dovremmo avere modo di ascoltarli per capire da vicino la portata del dramma che si sta consumando in questo sconosciuto angolo del pianeta..
2. Ma la rivelazione, ancora accuratamente nascosta dai media, della portata non solo locale, ma spaventosamente globale, di cui questo progetto si fa strumento di arrogante e tragico risvolto mondiale, è contenuto nella programmazione di una “strategia” questa volta perversa, già prefigurata fin dall’inizio, che il tunnel di 57 Km, scavato ad alta profondità, allargato e rinforzato in modo sospetto, sia stato voluto non per un traffico civile (già ampiamente servito dalla ferrovia attuale su cui transitano già treni ad alta velocità e – da notare – utilizzata solo al 30%!), ma come strumento MILITARE, per poter nascondere, ospitare, far transitare mezzi sempre più micidiali di armamenti, in vista di perverse economie di guerra, di deterrenza e di distruzione, in continua, tragica evoluzione. In silenzio, mettendo tutto, e soprattutto TUTTI, a tacere e sigillandolo col segreto militare, stanno militarizzando il mondo, così come diceva a Lisbona Papa Francesco: “Invece di mettere al mondo figli, mettiamo al mondo armi per dare solo parola alla GUERRA”.
Capite?
Io come PARROCO non posso tacere perché mi sento responsabile nei confronti del mandato di Dio nei confronti dei miei fedeli. Ma non solo. Come scriveva d. Mazzolari: “Mi sento responsabile di tutto e di tutti”, perché non si rimanga succubi di questa consegna del mondo alla mentalità che sia la GUERRA, dell’economia armata, l’unica strada per l’umanità, abbagliati dai profitti di pochi a scapito delle atrocità subite dalle popolazioni civili che le guerre le subiscono. Amici, io non voglio essere complice, per questo alzo la voce e grido: BASTA!
Tutto questo mi ha permesso di avere quelle informazioni sulla reale situazione del TAV che precedentemente mi erano, meglio ci erano, state nascoste dai mezzi di informazione e così ha riacceso in me la decisione di riprendere con loro la lotta No-Tav.
Questa lotta però vogliamo che sempre più sia assolutamente NONVIOLENTA, come per la grande maggioranza dei partecipanti lo è stata in questi anni, ma ancora molto di più decisamente. L’informazione riporta solo alcuni episodi marginali di pochi ragazzi esasperati che tirano pietre sfuggendo al mandato degli organizzatori, distruggendo, gridando, alzando bastoni, soprattutto in risposta a quando si sentono investiti da lacrimogeni, manganellati, arrestati e imprigionati ingiustamente.
Come in tutti questi anni, così in questi giorni, i mezzi di informazione locali e nazionali hanno informato con parole e soprattutto con immagini per confermare l’opinione corrente che i NO-TAV sono violenti e antiprogressisti. Vorrei denunciare, gridare ad alta voce come uomo e come prete, come i nostri mezzi di informazione pubblici, che dovrebbero essere super partes, sono invece schierati con i politici e con le società imprenditrici che non vogliono sentire ragioni altre che la loro, cioè costruire la linea dell’Alta Velocità. Sono testimone oculare che lassù c’è tutto un movimento di persone di età, culture, provenienze e fedi diverse che condividono questa passione per il creato, perché il creato siamo noi. Persone che lottano in spirito di nonviolenza. Per essere onesti non abbiamo voluto nascondere alcuni fatti incresciosi di sassaiole e disordini avvenuti da parte di persone esasperate di una estrema minoranza, denunciando però anche i fatti più violenti e repressivi operati dalle forze dell’ordine. Sottolineo che queste dinamiche non sono mai state messa in evidenza da mezzi di informazione.
Non dovrà essere più così.
Il 1° agosto 2023, l’Ing. Maurizio Bufalini, il nuovo direttore di tutto il progetto TAV, che è subentrato all’Arch. Mario Virano, intervistato su questo mandato, ha detto pubblicamente di essere disponibile a dialogare con tutte le parti, compresi i No-Tav, a patto che abbandonino la violenza. Molto bene, direttore, lavoreremo sempre più in tal senso. Però la stessa cosa vale anche per le Forze dell’Ordine dei promotori della TAV: abbandonino anche loro la prepotenza di chi detiene il potere: le manganellate, gli idranti i fumogeni e arresti pretestuosi nei confronti di chi pacificamente esprima il proprio dissenso.
Ecco un esempio recente di lotta pacifica e intelligente.
Una manifestazione: il Festival de “ALTA FELICITÀ”
In questi giorni sono salito ai luoghi dei cantieri dell’Alta Velocità (quella che o io chiamavo “alta tragicicità”), dove si è svolta la manifestazione di tre giorni, chiamata in termini di riscatto “ALTA FELICITÀ”. Tre giorni stupendi di festa: incontri, camminate e presidi nel segno e nello stile della nonviolenza nei luoghi dei cantieri, balli canti dibattiti a 360°, e ho visto e conosciuto da vicino un popolo di uomini e di donne che da 34 anni lottano e fanno resistenza alla costruzione di questa faraonica opera. Se non sono ancora riusciti a partire col Tunnel vero e proprio è grazia alla resistenza di questo piccolo popolo perseverante, pari al piccolo resto fedele di biblica memoria e, che paragono alla lotta di Davide contro Golia. Di tutto questo popolo, questo mondo di giovani, adulti, famiglie, vecchi e bambini, che resistono a questo iniquo progetto, a cui nessun mezzo di informazione ha dato visibilità, come sarebbe stato di dovere in uno stato democratico, vorrei che fosse resa giustizia. E lasciatemelo dire: da prete spazzino quale sono, sono molto amareggiato che la maggioranza delle nostre chiese e dei nostri pastori – pur messi al corrente – siano assenti da questa grave questione del creato, su cui Papa Francesco ha più volte levato la voce, fino a scrivere più di una enciclica.
Ci dicono gli amici di Susa: Abbiamo consegnato a diversi vescovi il nostro lavoro. Solo due ci hanno risposto. Li ringraziamo e riportiamo qui di seguito i loro messaggi.
“Carissimi fratelli e sorelle del “Gruppo cattolici amici della valle”, ho ricevuto il vostro volume: “Prendiamoci cura della casa comune”, che “trasuda” amore per la vostra terra, per il vostro passato e il vostro futuro. Voi siete l’esempio che la Laudato Si’ ha dato vigore a tante realtà che forse agli occhi dei più sono sembrate poco degne di nota. Ma se si recepisce il messaggio dell’enciclica, non si possono non condividere “pacifiche battaglie” come la vostra, protesa a costruire i presupposti dell’ecologia integrale. Avrò molto a cuore la vostra situazione che, grazie al vostro libro, ora conosco meglio. Coraggio: non abbassate la testa! Prego per voi e vi saluto caramente” + Luigi Renna. 2 marzo 2023
e..
“Devo solo dire scusate e grazie. Scusate per il ritardo tragico. Grazie per la riflessione. So quanto è motivo di discussione e sono certo che il confronto con il vostro Vescovo e i vescovi del Piemonte che conoscono tutti gli aspetti della questione è stata e sarà utile. Poi personalmente ritengo che il confronto è sempre utile e tra fratelli dovrebbe essere la regola. Ovviamente confronto e non scontro. Intanto Santa Pasqua”. + Matteo Zuppi 10 apr 2023
Qualche dato riguardo i tre giorni dell’Alta Felicità.
1. La partecipazione. Ci dicono gli organizzatori che solo come tende eravamo a più di 5000. Erano esaurite anche le aree camper e le strutture ricettive della zona. Mal contate c’erano fisse 15000 persone su e se aggiungiamo chi saliva e scendeva sicuramente superiamo le 50mila unità, (magari anche di più ma non abbiamo numeri ufficiali, li avremo più avanti quando faremo il calcolo delle navette.
2. Le assemblee e i momenti informativi tutti molto interessanti e partecipati, idem i concerti.
3. La manifestazione ai cantieri con tantissimi partecipanti.
4. L’età dei presenti, tutte le generazioni, dagli 0 ai 100 anni. Ma soprattutto la massiccia presenza di giovani i quali al festival e nel movimento NO TAV riescono ancora a trovare contenuti interessanti e lotte in cui credere.
Purtroppo i mezzi di informazione hanno parlato solo degli scontri ma c’erano davvero tantissime persone. Metterei in evidenza il rapporto degli osservatori di Amnesty International presenti che hanno condannato apertamente l’uso massiccio di lacrimogeni, anche ad altezza d’uomo, da parte delle forze di polizia.