– gli aderenti al casa si dissociano dall’appello del fronte del sì
29/05/2011 – da La stampa di M.Tropeano”Noi vogliamo la Tav ma non a ogni costo”
Gli artigiani contro gli industriali:sbagliato invocare l’uso della forza
«Noi non vogliamo essere i mandanti di nessuno: vogliamo la Tav usando il buonsenso e le parole, non la violenza. Chi utilizza un altro linguaggio, siano gli antagonisti siano gli imprenditori, si assuma le proprie ed esclusive responsabilità». Piergiorgio Scoffone parla a nome della Casa, la confederazione autonoma degli artigiani (5200 aziende in Piemonte e 310 solo in Valsusa) prende le distanze da Confindustria, Confcommercio e Artigiani del Cna che hanno chiesto al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, di garantire anche con la forza – se necessario – l’apertura del cantiere di Chiomonte.
Scoffone ricorda come la Confederazione sia da sempre schierata a favore della realizzazione della Torino-Lione ma «che gentili e responsabili signori (e signore) di mezz’età si possano allineare alle parole d’ordine dei centri sociali utilizzando ed evocando, seppure per conto terzi, la violenza ci pare assurdo e sintomo di imbarbarimento generale». Imbarbarimento che colpisce e danneggia «proprio quelle comunità che, a parole, si vorrebbero non solo tutelare, ma anche contribuire a sviluppare». Ecco perché gli artigiani di Casa sono in «netto disaccordo» con le altre organizzazioni imprenditoriali.
Questa è l’unica presa di posizione di dissenso all’interno di quella lobby economica pro-Tav che da tempo si batte per realizzare l’alta velocità e che adesso viene percepita dai No Tav come una «lobby con l’elmetto». Il presidente della Comunità Montana, Sandro Plano, è preoccupato perché teme che la tensione salga alle stelle malgrado «noi abbiamo lanciato a tutti appelli e inviti a stare calmi». E a preoccuparlo sono anche i toni del fronte Sì Tav: «Mostrare i muscoli non risolve i problemi». Del resto il movimento ha diffuso un comunicato per rispondere agli industriali: «Non arretreremo di un centimetro dalle nostre posizioni e difenderemo dignità e territorio con tutti i mezzi disponibili».
Nel farlo è stata inviata anche una lettera aperta alle forze dell’ordine invitando poliziotti e carabinieri a «riflettere sulla nostra protesta» perché «siete chiamati a facilitare con la forza l’avviamento di un progetto voluto dalle lobbies politico/imprenditoriali/mafiose con il solo scopo di mettere le mani su centinaia di milioni». E spiegano: «Noi siamo un movimento di cittadini determinati, ma pacifici: non abbiamo mai distrutto vetrine o incendiato auto, abbiamo sempre e solo difeso il nostro territorio e il futuro della nazione e dei suoi cittadini». E «voi siete chiamati a difendere per un piccolo stipendio gli interessi di affaristi che si nascondono dietro il paravento dei ruoli che occupano nello Stato e nell’imprenditoria».
E Pro-Natura, in una lettera al prefetto, contesta la legittimità della recinzione del cantiere e di un’occupazione d’urgenza senza un accordo con i proprietari dei terreni e sottolinea il rischio di crolli di massi sui lavoratori qualora non vengano fatti preventive opere di difesa del versante roccioso. A Chiomonte, intanto, nella baita/presidio della Maddalena ieri si è svolta un’assemblea a cui hanno partecipato alcuni lavoratori della Fincantieri di Genova e oggi sono previste altre iniziative con l’obiettivo di allargare e rafforzare la presenza di No Tav in vista della scadenza fissata dall’Ue per l’apertura del cantiere del cunicolo esplorativo di Chiomonte prevista il prossimo 311 maggio. Ieri, come annunciato, i comitati non hanno bloccato l’ultima tappa del Giro d’Italia che si è conclusa al Sestriere ma alcune decine di militanti hanno utilizzato le salite e lo sforzo dei ciclisti per mostrare in diretta televisiva le bandiere del movimento contro il supertreno.