Si avvicina la kermesse sitav e ricomincia il bombardamento mediatico sulle madamine. Sabato a Torino ci sarà una sfilata di partiti politici, industriali (coi soldi degli altri) e sindacati confederali in vista delle elezioni europee. Come avevamo sempre detto, la “società civile” non è stata altro se non una foglia di fico per nascondere malamente la solita oscena ammucchiata di chi vuole tornare alla carica con un modello di sviluppo, quello delle grandi opere inutili, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti: devastazione ambientale e disoccupazione di massa.
Scorrendo le pagine de La Stampa, house organ dello sconclusionato fronte pro grande magiatoia, abbiamo però strabuzzato gli occhi. Per rimpolpare le file arancioni sembra che sabato ci saranno arrivi da tutta Italia e tra loro, direttamente dalla Calabria, una fantomatica Rete civica per le infrastrutture nel Mezzogiorno che, apprendiamo su La Stampa, “riunisce tra Sicilia e Calabria le persone favorevoli al ponte sullo stretto di Messina”. Niente di meno!
Di quali interessi fosse portatore il fronte sitav l’abbiamo denunciato da tempo. D’altronde sono gli stessi loschi figuri, Chiamparino in primis, che sono venuti a imporre qui in Val di Susa la seconda canna del Frejus. Treno, tir o automobile poco importa. È il trasversale partito del tondino e del cemento legato a doppio filo ai grandi costruttori e guidato dall’ideologia del SI TUTTO. E pensare che in piazza a Torino, accanto alla lobby per il ponte sullo stretto, sfileranno tanti “progressisti” che irridevano il progetto ai tempi di Berlusconi…