Mercoledì 5 Aprile: inizia all’alba anche questa giornata di lotta NoTap. Il presidio é determinato a monitorare i trapianti nelle ceste degli ulivi che la lobby Tap aveva assicurato di compiere oggi. Per far procedere i lavori, di prima mattina sono state spostate le barricate che chiudevano la strada d’accesso al cantiere.
Alle 9:30 arriva un furgoncino di operai scortati dal capo dei vigili urbani del paese. Mezz’ora dopo si presenta un’altra squadra di operai capeggiata da Claudio Moruzzi, un ex militare che dopo aver preso parte attiva alla guerra in Iraq si é “reinventato” e ora gestisce una ditta specializzata in sicurezza. In quel momento viene svelato con i fatti la vera motivazione di Tap per questa giornata di lavori: rifortificare il cantiere che era stato violato dagli “Scazzamurrieddu” ovvero dai folletti che tolgono le reti del cantiere che non dovrebbe esistere “né moi né mai” (ne ora ne mai), né qui né altrove.
La giornata continua con alcune proteste da parte dei manifestati volte a sollecitare l’arrivo delle ceste e della terra per trapiantare gli ulivi da giorni sradicati e rovesciati dentro il cantiere. I camion con il materiale arriva, entra nel cantiere, ma gli operai si trascinano qua e là, spostano un ulivo e poi lo rimettono al posto di partenza, fanno grandi pause e alla fine della giornata nessun albero viene messo dentro la terra.
Alle 18 inizia un’assemblea ampia e partecipata. Per tutti é palese che la maschera dietro cui si celava la Tap é ormai crollata: non esiste alcuna volontà di mediare con la comunità locale, come non esiste nessuna volontà di preservare gli ulivi. Inoltre, sempre oggi alle 15, il disegno di legge di ratifica dell’accordo internazionale per la realizzazione del gasdotto che collegherà l’Azerbajan al Salento, già approvato al Senato, ha avuto il via libera anche alla Camera con un’ampia maggioranza composta da PD e centrodestra. Quindi risulta anche chiaro il sostegno della istituzioni alla realizzazione di quest’opera dannosa e inutile.
Con questi dati iniziali, la discussione si sussegue per ore e fa emergere che la poca fiducia istituzionale presente in alcuni ora é del tutto svanita, lasciando il posto a rabbia e tanta tanta voglia di andare avanti con la lotta. Quella di oggi rappresenta un’importante giornata per il movimento NoTap, un movimento che ora non ritiene più utile mediare con le istituzioni, “ne moi ne mai”. Una rottura forte si é creata e i volti della controparte diventano sempre più nitidi. Forti di aver fatto cadere il sipario, una grande cena viene organizzata per prepararsi alla giornata di domani in cui il teatro sarà gestito da un unico regista: il popolo in lotta.