Domenica 2 aprile un gruppo di No Tav è partito per raggiungere il presidio NoTap di Melendugno in Salento.
Dopo il tentativo fallito di espianto degli ulivi di sabato mattina e le cariche ai sindaci e alla popolazione resistente nei giorni ancora precedenti, era forte il desiderio del Movimento di portare solidarietà ad una lotta sempre più somigliante a quella valsusina.
Sempre domenica sera a Lecce si teneva in piazza Sant’Oronzo un assemblea No Tap partecipatissima, in cui 5mila persone dimostravano alla lobby del Tap che il Salento combatterà duramente contro la realizzazione di questa grande opera inutile e imposta.
Il presidio No Tap di San Foca è una piccola struttura agli albori di quello che è un baluardo di resistenza popolare. Frequentato ogni giorno da centinaia di persone, si trova immediatamente a ridosso del cantiere Tap.
Il terreno su cui sorge è di un vecchio contadino della zona che nel momento in cui la lobby del Tap gli ha proposto 100mila euro per poter smantellare il presidio ha risposto “sono povero, voglio morire povero, ma con la mia terra”.
Al presidio si tengono giornalmente due assemblee, una alle 9 e una alle 17, ma si è in piedi dalle 4.30 del mattino per controllare che non arrivino ad espiantare gli ultimi ulivi, salvati sabato scorso dai presidianti.
Arriviamo lunedì mattina ad assemblea conclusa e subito veniamo accolti da una marea di persone: da Marco, figura “storica” del movimento, a Massimo, attivista delle Bsa e responsabile del campeggio, ad Andrea, una giovane melendugnese che segue le vicende della valle da anni e ci racconta la sua storia con le lacrime agli occhi.
Incontriamo anche il sindaco di Melendugno e con lui parliamo a lungo. È chiara la sua determinazione nell’opposizione all’ opera: “per me è valida solo l’opzione zero, il gasdotto non si deve fare né qui né altrove”.
Ovviamente anche i giornalisti ci assaltano, vogliono vedere questi pericolosissimi infiltrati no tav e giornali riporteranno poi che siamo in trenta…peccato che il nostro pullmino sia solo da 9…
Dopo questi giri di saluti e conoscenze partiamo subito per Melendugno: la ditta del Tap oggi non lavorerà e l’Assemblea ha deciso di fare un corteo per il paese. Partiamo da piazza Pertini e Marco ci invita a salutare la piazza gremita da circa 500 persone. Nonostante le nostre proteste, i no Tap ci fanno aprire il corteo: “ Avete attraversato tutta l’Italia per essere qui, ve ne siamo immensamente grati, è il minimo che possiamo fare”. Dietro di noi si mettono gli Studenti Autonomi di Lecce e alcuni studenti di Bari che in 150 hanno fatto i pullman per scendere a San Foca.
Quando torniamo al presidio notiamo che alcuni dei Jersey del cantiere sono stati smontati per rafforzare le barricate che impediscono l’accesso all’area del cantiere; e’ stato lo “ Scazzamurrieddu” ci dicono. Ognuno ha il suo Giacu: nella tradizione salentina lo Scazzamurrieddu è un folletto dispettoso che si diverte a fare scherzi ai contadini, ma in questo caso si diverte molto di più a fare scherzi al cantiere Tap!
Dopo un pomeriggio di relax in cui abbiamo piacevolmente ascoltato dei giovani suonare la Taranta e cantare de André e Bella ciao, alle 17 comincia l’Assemblea. Ci si da il solito appuntamento all’alba per vedere se domani la ditta lavorerà, ma si decidono anche le iniziative da fare se non dovessero di nuovo presentarsi. Volantinaggio per Lecce e al festival Europa del cinema Massimo, più un presidio sotto la prefettura. Anche la giornata di domani sarà una giornata intensa.
Andrea ci fa da Cicerone e ci porta a mangiare in un locale No Tap di Melendugno. Dopo aver bevuto e mangiato come solo i valsusini sanno fare, gestore e dipendenti ci tengono a fare una foto con noi e parte subito lo scambio di foulard No Tav/No Tap. Sembra di essere a casa.
Il popolo salentino si è dimostrato essere un popolo straordinario.
Non vediamo l’ora di cominciare una nuova giornata di lotta al loro fianco!
Ora è sempre No Tap!