Dopo un anno e mezzo di chiusura, dettato dall’emergenza sanitaria, finalmente il popolo No Tav è riuscito a riportare nelle proprie terre una nuova forma dell’evento estivo che ormai da anni caratterizza la Valle di Susa: il Weekend Alta Felicità.
L’esperimento di quest’anno è stato quello di rompere l’isolamento causato dai ripetuti lockdown, che siamo stati costretti a vivere a causa della pandemia, con l’obiettivo di ricostruire tutti quei legami e quelle situazioni di socialità e condivisione che sono da sempre alla base della nostra lotta.
In questa prima giornata Venaus si è svegliata con l’arrivo di tante e tanti giovani che fino a sera si sono dati da fare dando il loro contributo per la buona riuscita del week end, lavorando insieme per gli ultimi preparativi. I sorrisi dell’accoglienza, i profumi delle cucine, l’entusiasmo della ciurma, hanno dato il via a questi giorni di festa e lotta.
L’ Alta Felicità si è aperta quest’anno con la necessaria narrazione dalla Valle che Resiste grazie agli interventi di Dana, storica attivista del movimento No Tav (ad oggi ancora agli arresti domiciliari dopo 9 mesi di carcere con l’accusa di aver spiegato le ragioni della lotta durante un’iniziativa), Alberto Poggio, membro della commissione tecnica Torino-Lione della Valle di Susa e Diego Bianchi (in arte Zoro) che aveva dato spazio qualche mese fa su Propaganda Live alle tante voci del Movimento.
Alle 20.30 le prime note hanno iniziato a scaldare i cuori di tutti i presenti restituendo la gioia dello stare insieme. Giovani gruppi emergenti della Valle hanno aperto la serata, lasciando spazio a gruppi da sempre al fianco del Movimento No Tav come i Lou Dalfin, i Modena City Ramblers e gli Africa Unite. Tanti sono stati gli interventi dal palco, tra i quali non poteva mancare un caloroso abbraccio dalla Valle che Resiste a tutti e tutte le No Tav che non possono essere qui con noi oggi perché privati delle loro libertà.
Si respira un’atmosfera di festa ma anche di tanta determinazione soprattutto in vista della gita di domani pomeriggio al cantiere di Chiomonte, simbolo della devastazione dei territori e della logica del profitto messo sempre in primo ordine rispetto ai reali bisogni della popolazione.
Questo lo dimostra il fatto che durante tutto quest’anno i signori del Tav non si sono neanche immaginati di fermarsi di fronte ad una pandemia mondiale, così come non lo hanno fatto a seguito della scoperta della presenza di cromo esavalente nel futuro cantiere di Salbertrand, continuando a portare avanti i loro interessi ciecamente aprendo il nuovo cantiere di San Didero e proseguendo con l’allargamento di quello di Chiomonte.
Ma il Movimento No Tav in tutto questo tempo non si è mai fermato continuando a portare avanti la sua lotta e mostrando le sue giuste ragioni di fronte ad ogni rete e ad ogni centimetro di filo spinato. La notizia di questi giorni di 10.000 agenti supplementari in Valle di Susa evidenzia come la lotta No Tav continui ad essere la spina nel fianco dei governi che senza se e senza ma vogliono costruire questa grande opera inutile.
Questi giorni ad “Alta Felicità” aggiungono un pezzettino in più al nostro percorso iniziato 30 anni fa, verso la costruzione di un orizzonte che sia in grado di andare al di là delle logiche di sfruttamento, e che vada in una direzione di cura e nel rispetto della terra e di tutti coloro che la vivono.