Presidio Europa – Venti cittadini italiani, attivisti del Movimento No TAV, hanno consegnato il 9 giugno 2014 una denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica di Chambéry per “messa in pericolo della vita del prossimo”.
Lunedì 9 giugno, a Chambéry, si sono incontrati partecipanti di molte lotte contro i Grandi Progetti Inutili ed Imposti, uniti in un grande movimento trasversale che convergerà il 5 e 6 luglio 2014 a Notre-Dame-des-Landes, dove da anni lotta il movimento Stop all’aeroporto.
La giornata a Chambéry, alla quale ha partecipato un gruppo di attivisti del Movimento No TAV valsusino, ha preso il via nella prima mattinata nei giardini della Cassine: da qui una gioiosa biciclettata, al cui seguito vi era anche un carro “musicale” trainato da uno splendido cavallo ed un trattore con rimorchio, ha sostato al ponte della Cassine, poi alla stazione ferroviaria, per affermare il proprio NO ai trasporti delle scorie nucleari. Al Commissariato di Polizia vi è stata un’ulteriore sosta, per ribadire il NO alla repressione delle lotte, poi si è giunti davanti allla palazzina della LTF, dove il tema posto all’attenzione è stato quello del NO alla Torino-Lione, Grande Opera Inutile e Imposta.
Poi il gioioso gruppo, dopo aver affrontato una piacevolissima salita tra prati, boschi e piccoli borghi è giunto in una fattoria a La Motte Servolex e in un terreno, minacciato dalla costruzione della linea Torino-Lione, è stato condiviso il pranzo. Sono stati molti gli interventi da parte dei partecipanti, mentre si sono allacciate amicizie tra le lotte.
E se è stato piacevolissimo trovarsi fra persone, diverse per nazionalità ma accomunate da identici desideri, la giornata di trasferta in Francia ha avuto anche un altro scopo: quello di inoltrare al Procuratore della Repubblica di Chambéry una denuncia per “mise en danger de la vie d’autrui” (messa in pericolo della vita del prossimo) che mette in luce i rischi alla salute che derivano dalle emissioni causate dalla circolazione dei mezzi pesanti nelle valli alpine. Emissioni che, come confermato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, devono essere considerate direttamente responsabili dell’aumento del rischio di sviluppare il cancro ai polmoni alle persone esposte. La denuncia, particolarmente articolata, già presentata da centinaia di cittadini ed eletti in Francia, chiede che si passi a politiche dei trasporti più rispettose del bene primario della salute dei cittadini, utilizzando per il trasporto delle merci la linea ferroviaria esistente, che è utilizzata ben al di sotto delle sue potenzialità.
Con un Comunicato Stampa del 12 giugno 2012, il Centro Internazionale per la Ricerca sul Cancro – CICR, che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha confermato che le emissioni dei motori diesel devono essere considerate direttamente responsabili dell’aumento del rischio di sviluppare il tumore ai polmoni in persone esposte. Il CIRC e la comunità scientifica mondiale hanno quindi stabilito un nesso di causalità tra l’esposizione ai gas di scarico dei motori diesel e l’insorgenza di questa patologia ai polmoni, le cui conseguenze sono spesso mortali.
Pare che la mancanza di misure concrete per spostare il trasporto delle merci sulla linea ferroviaria esistente tra Torino e Lione abbia come conseguenza diretta la persistenza di un forte traffico di autocarri sull’itinerario dei trafori del Fréjus e del Monte Bianco e la sovraesposizione delle popolazioni della Val di Susa alle emissioni inquinanti dei veicoli diesel. Questi fatti danno titolo ai cittadini italiani ad agire presso la Procura della Repubblica di Chambéry nella loro qualità di vittime.
Il Codice penale francese prevede infatti all’Art. 121-3:
“Non c’è crimine o delitto senza l’intenzione di commetterlo.
Tuttavia, nei casi previsti dalla legge, c’è reato nel caso della deliberata messa in pericolo del prossimo.
Vi è anche reato, quando la legge lo prevede, in caso di mancanza di risoluzione, negligenza o violazione del dovere di prudenza o di sicurezza previsti dalla legge o dal regolamento, se è stabilito che l’autore dei fatti non ha completato le procedure normali, tenendo conto, se del caso, della natura dei suoi compiti o delle sue funzioni, delle sue competenze così come dei poteri e dei mezzi a sua disposizione.
Nel caso previsto dal comma precedente, gli individui che non hanno causato direttamente un danno, ma che hanno creato o contribuito a creare la situazione che ha permesso il verificarsi del danno o che non hanno adottato le misure per evitarlo, sono penalmente responsabili se è accertato che essi hanno sia violato in modo manifestamente deliberato un obbligo particolare di dovere di prudenza o di sicurezza previsti dalla legge o dal regolamento, sia commesso una mancanza caratterizzata e che ha esposto il prossimo ad un rischio particolarmente grave che non potevano ignorare.
Non vi è contravvenzione in caso di forza maggiore.”
Tenuto conto:
– del tempo trascorso dalla pubblicazione dell’informazione da parte del CIRC ampiamente diffusa dai media, viste le ripetute richieste delle associazioni per l’uso della ferrovia per il trasporto merci,
– degli investimenti effettuati sulla esistente linea ferroviaria tra Lione e Torino che ne hanno aumentato la sua capacità,
– delle dichiarazioni di RFF e LTF e dei vari rapporti sull’effettiva capacità di questa infrastruttura,
– delle dichiarazioni del Ministro dei Trasporti francese di fronte all’Assemblea Nazionale francese,
– dell’elevata capacità di trasporto disponibile su questa linea,
– degli impegni della Francia a ridurre il trasporto su strada,
sembra che la mancanza di misure concrete atte a spostare il trasporto di merci sulla ferroviaria esistente abbia come conseguenza diretta la persistenza di un forte traffico di autocarri tra Francia e Italia sull’itinerario dei trafori del Fréjus e del Monte Bianco.
Dato che l’alto livello del traffico pesante può essere considerato direttamente responsabile dello sviluppo di tumori dovuti alla sovraesposizione delle persone, e in particolare i residenti nelle valli alpine, alle emissioni dei motori diesel, i responsabili di questa situazione, soprattutto a causa della loro inerzia o della loro astensione ad assumere decisioni per fermare il traffico degli autocarri, potrebbero essere imputabili ai sensi del Codice penale francese.
L’astensione nel prendere misure per ridurre il traffico merci su strada sembra essere penalmente qualificata ai sensi dell’Art. 121-3 del Codice penale francese in quanto costituisce un attentato alla vita del prossimo.
Per questo motivo il Procuratore della Repubblica di Chambéry è stato invitato ad esaminare questa Denuncia (qui tradotta in italiano) al fine di determinare gli eventuali responsabili della sovraesposizione di persone alle emissioni dei motori diesel che aumentano il rischio di tumori le cui conseguenze sono spesso fatali.