Questa mattina si è svolta a Torino l’udienza finale del dibattimento processuale a carico dei manifestanti No Tav per le vicende del settembre 2011 in Val Clarea.
Alcune testimonianze, a dir poco imbarazzanti, finalizzate ad addebitare al movimento No Tav la responsabilità degli eventi accaduti in quei boschi (ad esempio ascrivere la caduta di un agente, su un terreno di montagna, provocata da una pietra lanciata poco prima dai manifestanti, sfiora il ridicolo!), sono state giustamente eliminate dall’insieme probatorio.
La sentenza è stata di assoluzione piena per Nina Garberi, mentre Marianna Valenti è stata condannata a 8 mesi per resistenza a pubblico ufficiale. Decaduta invece l’accusa di aggressione, così come il tentativo di dimostrare l’esistenza di un’organizzazione paramilitare o terroristica delle azioni di contrasto alla realizzazione dell’opera.
Lungi da noi giudicare le sentenze, ma constatiamo solo che il verdetto si basa sulla testimonianza di un solo operatore delle forze dell’ordine che dice di aver visto Marianna Valenti lanciare una pietra, l’unico che ha affermato di poter vedere nitidamente i manifestanti per via delle luci che in realtà, come confermato dai suoi colleghi, illuminavano il cantiere e non fuori. Quindi non ci resta che attendere la medesima condanna, più la sospensione dal servizio, per tutti gli uomini, in divisa e non, che sono stati visti, ripresi e fotografati nell’atto di lanciare pietre verso i manifestanti, magari brandendo anche bastoni e manici di piccone a guisa di arma “non proprio” di ordinanza.
davide Bono