di CLAUDIO GIORNO
Il movimento No Tav – una piccola delegazione di coloro che tengono i contatti più assidui con gli altri movimenti che lottano contro le grandi opere inutili (contro il disegno “crescieuropa” a cui cerca di aggrapparsi maldestramente un Monti già palesemente malsopportato dai suoi excolleghi di Bruxelles) – è stato invitato a Dresda dal 27 al 29 gennaio. Vi si svolgerà un convegno, in collaborazione con la fondazione Rosa Luxemburg, sulla disobbedienza civile. Si tratta di un’iniziativa nata nell’ambito della contrapposizione ai movimenti neonazisti (tema di triste attualità in Germania, ma non solo) con l’intenzione di allargare l’orizzonte verso le tante altre lotte in atto in Europa nell’ambito di quella “ristrutturazione reazionaria degli spazi di democrazia” come l’hanno recentemente definita Alberto Lucarelli e Ugo Mattei.
E sul fatto che dietro alla drammatizzazione di un problema certamente molto pesante ma tutt’altro che recente come il debito pubblico italiano ci sia se non una regia occulta perlomeno un agitarsi di molti soggetti molto potenti e molto estranei alla democrazia (dal Bildeberg Group alle agenzie di rating) nessuno nutre più ragionevoli dubbi. Che l’agevole far leva sul disagio dei più svantaggiati e sull’angoscia del fu-ceto medio serva a restringere sempre più i margini di libertà di pensiero, di manifestazione e organizzazione dei cittadini è ormai evidente persino alla corte dei miracoli che circonda Umbertobossi…E che tutto ciò sia finalizzato a consentire ai “manovratori di inanellare manovre”, una dopo l’altra e senza soluzione di continuità, per trasferire inesorabilmente i risparmi dei cittadini verso la rendita finanziaria senza neanche più bisogno di alibi è chiaro a tutti.
Ma da un osservatorio avanzato come è diventato da anni e nostro malgrado questo pezzo di nordovest certe dinamiche sembrano ancor più visibili e si colgono anche dall’enfatizzazione (dallo stravolgimento) di fatti minimi che da anni il nostro movimento promuove ma cui oggi la stampa dedica un’attenzione esasperata: “No Tav, tentativo di forzare il blocco al cantiere di Chiomonte”, strillava il titolo di un articolo de “la stampa” del 16 gennaio…che nel catenaccio rassicurava i fedeli lettori sabaudi: “E’ il secondo, dopo il tentativo di venerdì. Entrambe le azioni sono fallite”. Ma per fortuna c’è anche e da un po’ di tempo una differenza importante tra i danni che degli “utili dioti” (come si sarebbero definiti una volta) erano fino a ieri in grado di arrecare alla verità e quelli che riescono a produrre ancora oggi: chi si limita a leggere i giornali cartacei (prevalentemente nei bar che lo devono mettere a disposizione per attrarre qualche avventore/scroccone/’mbriaco in più) non può (né forse vuole) sottrarsi all’opera sistematica di disinformazione di chi sotto la copertura e con il compenso di giornalista vien da pensare che possa anche fare un altro mestiere di cui risponde ad altre “catene di comando”…Ma chi può e vuole ha a disposizione (paradossalmente persino sulla stessa testata on line) i filmati che spiegano meglio di qualsiasi lettera (compresa ovviamente la mia) e di qualsiasi contro-articolo come sono andate davvero le cose.
Chiunque può infatti trovare i filmati integrali e non “ritoccati” di queste ed altre azioni che con tenacia il movimento sta mettendo in atto da dopo che le ordinanze prefettizie sulla militarizzazione del territorio dei comuni di Chiomonte e Giaglione han lasciato il posto all’editto governativo di dichiarazione di sito di interesse strateìgico della sola area di cantiere e nel solo comune di Chiomonte senza che sia però stata ripristinata la possibilità per i cittadini – in particolare per i viticultori – di raggiungere i loro terreni e svolgervi (compatibilmente col rischio inquinamento che deriverebbe dall’apertura del cantiere) il lavoro da cui dipende il loro reddito. L’interlocuzione con le forze dell’Ordine del Team Legale che si dedica con passione e senza il benché minimo profitto alla tutela dei Cittadini della Valle di Susa è chiara ed esauriente. Viene chiesto ai Carabinieri e al rappresentante della Questura se sono consapevoli di prestarsi – nell’eseguire ordini non supportati dalla necessaria legittimazione – ad una palese violazione della Costituzione. Lo scopo di tutte queste azioni è dichiarato. Ma il quotidiano di Impregilo-editore racconta un’altra storia, forse quella i suoi residui fedeli lettori vogliono sentirsi raccontare mentre compilano una falsa dichiarazione dei redditi o progettano di convertire al più presto in franchisvizzeri gli euro che ancora conservano sui conti correnti per sbrigare le necessità quotidiane…
Ma una delle cose più belle e non accomodabili di questa lotta è che sono oltre 20anni che certi “giornalisti” mistificano per cui i danni prodotti (alla verità) sono tanti ed importanti, ma non sufficienti – specialmente oggi – a ottenere il risultato che i loro “datori di lavoro” si prefiggono: la blindatura del “pensierounico” per portare in porto (senza il rischio quantomai attuale di naufragio) non tanto e non solo la Torinolione, ma l’intero disegno di trasferimento delle risorse pubbliche e dei cittadini nelle tasche di politici, faccendieri e ‘ndranghetisti (che la bellissima inchiesta di Iacona andata in onda su Rai3 qualche sera fa, ha dimostrato con molta efficacia quanto siano inestricabilmente collegate).