Una partecipata assemblea popolare ieri sera giovedì 24 novembre ha discusso le iniziative da programmarsi in vista di un mese di dicembre nel segno della lotta. Il palanotav di Bussoleno era gremito di attivisti no tav che per oltre tre ore si sono alternati in un confronto ampio su quella che è la fase della lotta no tav e i programmi delle iniziative da mettere in campo. Si avvicina infatti l’8 dicembre, data simbolo per il movimento che ogni anno ricorda la vittoria sul campo di Venaus nell’ormai lontano 2005. Anche qui reti e cantiere in allestimento, anche qui una battaglia da combattere che vide sotto la neve di un inverno magico la chiusura temporanea del progetto tav Torino Lione per almeno cinque anni. L’avanzata del 2005 fu rozza e maldestra e così l’allora governo Berlusconi sulla pressione mediatica e reale di iniziative e mobilitazioni popolari dovette cedere e ripiegare sui tavoli tecnici come quello che poi sarebbe divenuto l’osservatorio straordinario per la Torino Lione presieduto da Mario Virano. Oggi a differenza del 2005 la lobby di affari politica ed economica che vuole costruire la tav in val di Susa è decisamente più esperta, avendo misurato e studiato il movimento no tav per anni e così ci si trova di fronte ad un apparato di occupazione militare che non brilla sicuramente per velocità di esecuzione dell’opera (ad oggi nessun cantiere è ancora partito e i terreni di scavo sono ancora occupati dal movimento no tav) ma si mostra determinata o mantenere l’occupazione militare di quello che per l’Europa e l’opinione pubblica deve essere un simbolo, una recinzione in val di Susa che difenda in modo reale la volontà supposta di aprire i cantieri. L’8 dicembre 2011 arriva così dopo sei mesi di resistenza in val Clarea, a Chiomonte, dove movimento no tav e militari si confrontano quotidianamente in un conflitto reale, determinato e a questo punto di lunga durata. Una resistenza che ha come obiettivo la resistenza in quanto tale, resistere e opporsi ogni giorno alla costruzione di quest’opera facendo tutto il possibile e usando in maniera oculata le energie a disposizione. In questa dimensione continua si programmano le iniziative e dopo appunto ore di discussione ieri si è giunti alla sintesi di creare in questa giornata una iniziativa doppia, un concentramento che si diriga verso le recinzioni e uno da Susa che si diriga all’autoporto, zona dove ha sede la Sitaf. Perchè la Sitaf ci si chiederà? Questa azienda di proprietà in parte pubblica è la ditta che gestisce l’autostrada Torino Bardonecchia e che di fatto ha aperto le porte alla militarizzazione di Chiomonte fornendo un corridoio e la copertura tecnica per la movimentazione delle truppe da Torino verso e attraverso la val di Susa. Nei prossimi giorni quindi si moltiplicheranno le riunioni per definire la logistica e il programma di una giornata importante che proseguirà nei giorni successivi con azioni, dibattiti e assemblee approfittando di un lungo ponte festivo che durerà fino a domenica 11 dicembre. Seguiranno quindi aggiornamenti a breve per i dettagli del programma.