da Spinta dal Bass – Ieri pomeriggio una variegata fauna politica brindava e mandava comunicati stampa per festeggiare la proposta dell’UE di cofinanziare, con 813 milioni di euro, la sezione transfrontaliera della Torino-Lione. A riportarli con i piedi sulla terra ci pensa un articolo del più noto quotidiano economico-finanziario francese. Scrive Les Echos che “il finanziamento per il progetto sul budget 2014-2020 è inferiore alle previsioni”. Dato che “il costo totale del tunnel è stimato in 8,5 miliardi di euro, i promotori del progetto [Telt] avevano indicato alla Commissione che contavano di realizzare, da qui al 2020, lavori per 3,2 miliardi. Il cofinanziamento avrebbe potuto essere di 1,28 miliardi. La somma promessa da Bruxelles è inferiore di 467 milioni. Per arrivare a questo risultato la Commissione non ha tagliato il tasso di cofinanziamento promesso (sempre del 41,08%), ma ha stimato che solo 2 miliardi di lavori saranno completati entro il 2020, e non 3,2. La sovvenzione è ridotta proporzionalmente”. Potrebbero essere due, secondo il quotidiano, i motivi di questa riduzione del finanziamento atteso: l’ipotizzato avanzamento dei lavori sarebbe stato giudicato troppo ottimistico, tenendo anche conto di alcune difficoltà giuridiche ancora da superare; o anche un segnale alla Francia che ancora non ha stabilito come finanziare l’opera.
Ancora a metà Marzo di quest’anno, tre mesi fa, Virano e Telt dichiaravano che “in risposta all’invito a presentare progetti lanciato dalla Commissione Europea l’11 settembre 2014, TELT SAS ha presentato il 26 febbraio 2015 uno schema ambizioso di domanda di sovvenzione: quasi 1,28 Miliardi di Eurosulla base di 3,06 Miliardi di spesa prevista nel periodo 2014-2020” (grassetti nel testo).
Se davvero i sostenitori del Tav avessero a cuore l’opera dovrebbero essere turbati da questa notizia: l’orizzonte dei lavori che si allontana nel tempo, la fine dell’opera essenziale & strategica posticipata; e invece no, gioiscono!
A noi pare sempre più chiaro il disegno che sta dietro tutta la vicenda Torino-Lione: creare una Salerno-Reggio Calabria nel nord-ovest. Un’opera che durerà anni e anni, e che una volta iniziata dovrà proseguire, per inerzia. Una fonte sicura di finanziamenti – pubblici of course – che saranno succhiati per decenni. Che poi l’esempio è già sotto i nostri occhi: il cantiere per il tunnel geognostico alla Maddalena. Un cantiere che va avanti con varianti in corso d’opera e relativi aumenti di costo, spese per la sicurezza che lievitano (si mormora di 30 milioni di euro in più a carico dell’Italia, ci torneremo) e fine lavori posticipata.
La Val Susa e il popolo no tav non più tardi di due giorni fa hanno dato un avviso chiaro a chi vuole speculare sui nostri territori: prendete le vostre cose e andatevene. Se davvero credono che li lasceremo fare hanno sbagliato i conti…un po’ come con i finanziamenti europei.