Si è concluso ieri nel pomeriggio il week end organizzato dal movimento No Tav al presidio permanente dei Mulini. I Mulini, situati ormai a pochissime decine di metri dalle reti del cantiere di Chiomonte visti i recenti avanzamenti, brulicano di un lavorìo quotidiano, di incontri e di memoria condivisa. In questi mesi autunnali non si sono fermati i lavori per la costruzione di nuovi spazi e per il miglioramento continuo di un luogo fondamentale per la lotta del movimento No Tav. Un luogo che, oltre ad essere un avamposto sul territorio che Telt e il governo vogliono devastare, restituisce spunti di lotta e riflessione a tantissime persone che in questi due anni sono passate di là. Dall’esperimento dell’orto di Ecologia Politica, alle conoscenze storiche che derivano dai muri e dalla terra di questo angolo di valle, dalla possibilità per tantissimi giovani di sentirsi protagonisti una Storia molto più vecchia di loro.
Curare questo luogo significa darsi la possibilità di lottare e resistere da vicino, ma anche di dimostrare sempre che le truppe di occupazione che militarizzano illegittimamente la Val di Susa non sono affatto le benvenute. Così come è successo sabato sera che, a seguito della consueta battitura ai cancelli del cantiere, polizia, guardia di finanza, alpini, militari, cacciatori di sardegna non hanno potuto condurre sonni tranquilli poiché disturbati dai fuochi d’artificio che hanno illuminato il cielo No Tav. Ai Mulini poi, non poteva mancare la polentata per riscaldarsi e passare insieme una domenica di sole, in barba alla questura che ha provato a fermare i No Tav tramite i soliti ostacoli lungo il cammino per raggiungere il presidio. Ma come sempre, nessuna rete può respingere chi ha dalla sua parte la determinazione e la natura.
Proprio a partire da questi giorni, inaugurati venerdì con l’apericena ai cancelli della centrale di Chiomonte, ci si avvicina attraverso nuove iniziative come l’apericena al presidio di San Didero di domani sera alle 19, alla grande Marcia Popolare dell’8 dicembre da Borgone a San Didero. Anche qui, l’intenzione del movimento No Tav è quella di non dimenticare proprio nessuna responsabilità degli scempi che la controparte ha messo in atto da mesi a questa parte. Ci ricordiamo tutti che i lavori al cantiere di San Didero sono iniziati all’insaputa dei sindaci dei Comuni interessati e che, quando avvenne lo sgombero del presidio all’interno dei terreni su cui ora sorge il cantiere, non furono nemmeno avvisati. Anzi, si svegliarono all’alba davanti ad un’usurpazione manu militari in atto, senza che fosse stato interpellato nessuno di chi su quei territori avrebbe legittimità decisionale. Anche per questi motivi i sindaci saranno presenti alla Marcia dell’8 dicembre a sfilare insieme al movimento No Tav e a tutti coloro che pensano che in questo mondo non ci sia spazio per progetti inutili, dannosi e che non saranno la militarizzazione e le vendette repressive a intimorire il movimento No Tav. Ne sono un esempio tutti e tutte le No Tav privati della loro libertà, ne sono un esempio chi lotta da più di trentanni sulle montagne, ne sono un esempio i giovani che si sono appropriati di questa battaglia.
Verso un 8 dicembre di lotta e di resistenza!
Per la libertà dei e delle No Tav!