Lo schifo dello schifo e ora anche il coronavirus…
L’alta valle di Susa e le sue speculazioni.
Possiamo dirlo con serenità, ogni territorio ha il suo schifo e la declinazione del tav Torino Lione ed il suo cantiere di Chiomonte ne sono un esempio. Primo caso di coronavirus in valle di Susa a Chiomonte, un militare di guardia al cantiere. Movida e comportamenti criminali nonostante le zone rosse in Lombardia, in alta valle di Susa, sponsorizzate da amministratori locali e si tav. Di questo stiamo parlando, di comportamenti che stanno distruggendo la vita e l’ambiente uccidendo e sprecando oggi risorse preziosissime per la sanità e il futuro del nostro paese.
Ma riavvolgiamo il nastro.
La valle di Susa è divisa geograficamente in due grandi porzioni. La bassa e media valle di Susa che parte da Torino e arriva a Susa, dove il nuovo progetto dovrebbe correre sopra suolo e dove il movimento no tav è nato. L’alta valle, 50 km che corrono stretti da Susa al confine con la Francia dove la nuova linea neanche si vedrebbe in quanto in galleria tutta quanta scavata prima di toccare il territorio. Nell’alta valle da sempre, sfruttando il territorio sono state devastati i monti per costruire impianti di sci e resort. Avete presente lo sviluppo dolce di alcune valli alpine in trentino? Ecco, tutto il contrario. Villaggi turistici, pulman, navette, affollamento, musica ad alto volume a ogni ora. Poi arriva il progetto tav Torino Lione e i sindaci, benchè no toccati dal progetto, per “vicinato” si sono prestati al giochetto di Telt e tutti di corsa a sostenere la bontà dell’opera. Nelle ultime elezioni comunali spopolava, x nascondersi dal prender posizione il detto “guardiamo oltre”. Tra favorevoli e contrari i più squallidi di tutti si sono inventati una terza posizione, neutra proprio per niente. E giù a elemosinare soldi e favori. Poi arriva il virus e guarda caso spunta proprio in mezzo a queste vicende. Nel cantiere tav ormai fermo da anni con solo i militari dentro e nella movida si tav delle vacanze da resort sulla neve. E sì, perchè i fenomeni, nonostante ci fosse già il blocco delle scuole da inizio marzo hanno pensato bene di sponsorizzare un ultimo grande fine settimana sulla neve il 7-8 marzo. Gli slogan ancora risuonano e gridano vendetta “La valle di Susa va avanti… in montagna non c’è alcun rischio corona virus”. Mentre a Codogno già si piangeva e a Lodi il dramma avanzava molte località sciistiche avevano chiuso i battenti, consapevoli dei rischi e consigliate dai sanitari. La valle d’Aosta con senso di responsabilità senza nessun dpcm dichiarava chiusa la stagione ma l’alta valle di Susa no, guardava oltre. Ecco dunque spuntare i turisti in fuga da Milano e dalla Lombardia ormai chiusa dallo spettro del virus. Sono due giorni di terrore il 7 e l’8 marzo.
Oggi dopo 15 giorni nei comuni della valle si aprono i centri comunali di emergenza e i casi spuntano come funghi. Possiamo dirlo, meno male che se ne sono andati, ma … l’infezione rimane. Solo le pesanti misure di distanziamento sociale apprese dal popolo cinese stanno ora permettendo di non vedere le persone ammalarsi per le strade contagiandosi a vicenda.Di questo ce ne ricorderemo a tempo debito e non saranno due scuse con delle lacrime di coccodrillo a farla passare liscia di fronte ai morti. Le colpe ci sono e sono gravi. Nuova Torino Lione un’opera inutile per Italia ed Europa da 22 mld di euro di soldi pubblici. Pensiamo a quanti miliardi in pochi giorni per un ko sanitario e facciamoci due domande su dove devono essere investiti questi soldi. Un fine settimana sulla neve, quanti contagi? Quanti morti? Speriamo davvero di non contarne troppi.