Ci troviamo a commentare l’ennesima notizia utile alla costruzione del nemico pubblico notav, dove riuscire a costruire una percezione di pericolosità elevata fa buon gioco alla magistratura. Più volte abbiamo reso pubbliche le condizioni in cui avvengono i processi sia al palazzo di giustizia, sia all’interno dell’aula bunker del carcere Lorusso e Cotugno. Edifici presidiati all’interno e all’esterno, o processi blindati all’interno di un carcere come solo negli anni 80 avveniva. I notav sono pericolosi, sono terroristi, sono un qualcosa che deve ricordare le paure dell’opinione pubblica.
Tutto questo non per fatti specifici avvenuti con un tasso di pericolosità tale, ma solo per poter realizzare un’opera assolutamente contrastata dalla popolazione del territorio e da chiunque abbia un minimo di buon senso per comprenderne l’inutilità e l’enorme spreco di denaro pubblico.I nostri processi vengono imbastiti in questo clima al quale si aggiunge l”informazione, che lavora nei giorni precedenti e successivi per enfatizzare ogni mossa dei due pm con l’elmetto, emettendo giudizi e condanne ancor prima di arrivare in aula.
Ora è il turno del processo ai 4 notav in carcere con l’assurda accusa di terrorismo: verranno processati il 22 maggio nell’aula bunker del carcere delle Vallette, in corte d’assise con una giuria popolare e togata. Oggi Repubblica, evidentemente imbeccata dalla procura, pubblica un articolo nel quale si annuncia la scorta per la giuria popolare, per i pm (che già ce l’hanno) e per chiunque debba presenziare in quell’aula e non sia notav. L’articolo si apre con la frase “Giudici popolari sotto scorta, in un clima che ricorda quello degli anni di piombo“, ed è proprio questo il senso di chi ha imbeccato l’articolo.
Si vuole quel clima per poter sconfiggere i notav, per poter agire più liberamente con condanne esemplari e con metodi e modi che sono propri dell’emergenza. Ecco si vuole l’emergenza, anche se questa non sussiste.
E’ molto grave il clima che si sta creando a senso unico, perchè è palese che serva a influenzare il processo e la stessa giuria popolare che viene messa sotto scorta, coinvolgendola emotivamente nel prossimo giudizio.
Giochi sporchi sulla pelle di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò che si trovano in carcere in sezioni di isolamento con un capo d’imputazione palesemente dopato. Del resto recentemente l’accusa di terrorismo è stata utilizzata in due casi, contro i notav e contro i secessionisti veneti, per i quali però l’accusa è caduta. Non sta a noi giudicare nè i “veneti” nè la procura di Brescia, ma sta di fatto che il danneggiamento di un compressore è giudicato ben più grave del “tanko” e dell’ideologia secessionista.
Non sarà forse che tutti e due i fatti non meritano quel tipo di accusa? Non sarà che fuori dai recinti territoriali della lobby del tav e della militarizzazione dei processi alcune accuse possono naturalmente cadere proprio perchè gonfiate?