di Marco Scibona, Alberto Airola, Laura Castelli, Ivan Della Valle
Questa mattina abbiamo avuto un incontro con il Procuratore Capo della Repubblica di Torino, Dr Giancarlo Caselli; questo è stato il primo degli incontri programmati con le Procure della Repubblica e con la Procura Nazionale Antimafia al fine di illustrare la lotta che stiamo conducendo per bloccare le tragiche conseguenze che avrebbe, sulla lotta alla mafia, la ratifica dell’Accordo italo-francese del gennaio 2012 conseguentemente ad alcune norme in esso contenute. In particolare quelle che prevedono (art. 6.5. 2° capoverso) che gli appalti e i subappalti saranno aggiudicati secondo la legge francese, priva di normativa antimafia.
Tale previsione, da applicarsi al nuovo promotore dell’opera, pare dare seguito al maldestro tentativo, da parte della Lyon Turin Ferroviarie, già cassato dal Tar Piemonte con sentenza 26.1.2012 n. 113 (Qui il file:TAR Piemonte sentenza 26 gennaio 2012 numero 113 pag. 4), di sottrarsi al diritto italiano.
Abbiamo chiesto di incontrare per primo il Dr. Caselli in quanto egli è notoriamente ritenuto uno dei simboli della lotta alla mafia in Italia e proprio per questo abbiamo espresso il desiderio che egli si associ alla nostra battaglia di civiltà e di legalità.
Se il Parlamento approvasse l’l’Accordo italo-francese del 2012 (qui il file:progetto di legge ratifica accordo italia francia 2012), di fatto (secondo gli articoli 6 e 10 in esso contenuti) tutti gli appalti relativi ai lavori da realizzare nella parte italiana della tratta comune italo francese (tunnel di base, stazione di Susa, interconnessione di Bussoleno etc.) verrebbero affidati dal promotore pubblico secondo le procedure della legge francese, senza l’obbligo per le ditte partecipanti e per quelle aggiudicatarie di essere in possesso e di esibire i necessari certificati antimafia e le abilitazioni che la legge italiana (unica in Europa) oggi richiede.
Con tale Accordo, di fatto potrebbero partecipare alla costruzione della linea, ed incassare denaro pubblico italiano ed europeo, imprese controllate dalla criminalità organizzata di stampo mafioso, con una sostanziale abrogazione in territorio italiano delle leggi contro le mafie e verrebbe così vanificato l’impegno di tanti servitori dello Stato che hanno lottato per debellare la mafia dagli appalti pubblici che da sempre sono, della stessa, linfa vitale.
Il sacrificio di Falcone e Borsellino, ovvero di coloro che più di altri avevano individuato, nel fiume di soldi pubblici generato dalle grandi opere, il vero business della mafia (e la Torino Lione oltre che la più inutile e devastante, è la più onerosa opera pubblica mai progettata in Italia) sarebbe vano.
Di fatto verrebbero finanziate dai governi italiano e francese, nonché dall’Unione Europea, con decine di miliardi di euro, le grandi organizzazioni criminali nazionali e, di fatto, si sancirebbe la loro regolarizzazione quali interlocutori ufficiali dello Stato.
E’ allarmante che l’Accordo, con la sua disapplicazione della legge antimafia, sia stato sottoscritto in questa forma dal Governo nel 2012 ed è ancora più inquietante che il Governo ora, nel 2013, ne chieda la ratifica al Parlamento, senza che nessuno, ad eccezione degli eletti M5S, abbia rilevato prima d’ora la questione.
Restiamo naturalmente contrari all’opera ed in questo senso continueremo ad agire in ogni sede, ma oggi, nell’ambito di questo incontro abbiamo chiesto al Dr Caselli, che nel passato si è già occupato del vergognoso rapporto tra mafia e politica, di esprimersi contro una inammissibile e pericolosissima disapplicazione del codice Antimafia.
Siamo fiduciosi che il Procuratore Caselli a breve farà sentire la sua autorevole voce affinché venga impedito di sottrarre alle leggi Antimafia una parte del territorio italiano ma, cosa più importante, sottrarre alle leggi antimafia la più grande opera pubblica mai progettata nel nostro Paese.
Marco Scibona, Alberto Airola, Laura Castelli, Ivan Della Valle