da Spinta dal Bass – Fra cenoni, botti e feste in piazza, l’ultimo TG Regionale del Piemonte del 2014 riportava questa notizia dal titolo “i dubbi dell’antimafia”:
Ecco il testo della notizia:
Sulla scelta degli esecutori e dei subappaltatori e sui meccanismi amministrativi per le “opere preliminari e collaterali» della Tav Torino-Lione “di importo notevole» le risposte date alla commissione antimafia del Comune di Torino “necessitano di ulteriore approfondimento e verifiche”. È quanto si legge nel rapporto conclusivo stilato dalla commissione speciale, presieduta da Fosca Nomis, che ieri ha terminato il suo mandato. “Molto lacunose e preoccupanti – scrive la commissione – erano state le risposte riguardanti opere che sono state realizzate e saranno realizzate al di fuori dell’accordo per l’utilizzo delle normative antimafia e degli accordi bilaterali” tra Italia e Francia. Tra queste, “spicca la realizzazione del cantiere della Maddalena (a Chiomonte, ndr), già attenzionato dalla magistratura nel corso dell’indagine San Michele e chiaramente oggetto di tentativi di infiltrazione”.
Sui tentativi di infiltrazione nel cantiere di Chiomonte (andati a buon fine) consigliamo la lettura dell’inchiesta di Giovanni Tizian per l’Espresso. Uno stralcio:
L’imprenditore sotto inchiesta per connivenza con la ‘ndrangheta avrebbe parlato con un certo Elia di Ltf. «Toro riferiva di aver ricevuto da Elia la richiesta di posare 12 centimetri di asfalto poiché sarebbero stati effettuati dei controlli con i carotaggi». Questo è motivo di discussione tra Lazzaro e Toro in quanto i patti erano diversi. Lo strato di asfalto doveva essere di 8. Inoltre emerge dalla stessa telefonata che sul fondo erano stati stesi soltanto due centimetri di materiale e l’asfalto avrebbe avuto difficoltà ad aderire: «Tu speri che si attaccano 2 centimetri di fresato? Una bella minchia». Lazzaro però lo tranquillizza, rassicurandolo sul fatto che erano d’accordo con Elia che ne bastavano dieci di centimetri perché «i carotaggi sarebbero stati fatti solo nei punti dove c’era più materiale».
Il 2014 è stato l’anno in cui si sono rese palesi le criticità ambientali causate dal cantiere del tunnel geognostico. L’anno in cui sono saltati fuori i problemi per i costi enormi della Torino-Lione e gli appetiti mafiosi sui lavori dell’alta velocità sono venuti a galla. Non ci stupisce che l’ultima notizia dell’anno sul Tav sia stata questa, e non dovrebbe stupire nessuno, dati i presupposti, che il 2014 sia stato un anno che ha visto ancora protagonista il movimento no tav nella sua ultradecennale resistenza. E non serve un astrologo per sapere che anche il 2015 sarà così: un anno di lotta, avanti no tav!