Colori dell’autunno, dalla finestra dell’ospedale. Il pioppeto che ho visto come un mare di tenero verde primaverile, intensificatosi poi nel verde squillante dell’estate, ora è una distesa di foglie ingiallite, portate via dal vento di questa giornata ottobrina quasi invernale.
Sotto la mia finestra si allarga la pianura, dalle colline moreniche di Rivoli fino a Torino. Zona a rischio TAV: se non la fermeremo, la grande mala opera si porterà via boschi, case, coltivi, per arrivare dove la distruzione esiste già: all’interporto di Orbassano, una macchia inerte di cemento grigio, guardata a vista dall’inceneritore del Gerbido, che incombe velenoso sulla periferia metropolitana.
Oggi, 28 ottobre, in Valle di Susa, al presidio di San Giuliano, è la giornata dell’acquisto collettivo di terreno NO TAV. Mi è arrivata la bella notizia delle lunghe file che attendono di firmare davanti al notaio.
Ci sono persone di tutte le età, molti dalla Valle, altri da tutt’Italia; tra di loro anche Haidi, la mamma di Carlo, legata alla nostra lotta che le ricorda suo figlio per la generosità irriducibile, la sensibilità e la fantasia; mi ha raccontato della folla festosa, degli anziani e dei bambini, e della prima neve che cade fitta ….come sette anni fa, sui prati di Venaus, su quei nostri fuochi di resistenza che, infine, ebbero la meglio e il TAV non passò.
E questo autunno di rosso e oro mi riporta ad altro autunno, altri alberi che ci diedero protezione e si fecero per noi barricata, sulle pendici di Mompantero e sulle strade di Bussoleno, il 31 ottobre 2005, giorno in cui la Valle che resiste decise per sempre da quale parte stare.
Nicoletta Dosio
la foto è del Seghino 2005, il commento è di tre giorni fa, lo pubblico solo ora, tornata a casa, ma il ricordo di quell’autunno-inverno resterà indelebile, sempre giovane.