di Luca Giunti – Durante l’incontro di mercoledì scorso a Roma il ministro Lupi ha garantito categoricamente ai Sindaci valsusini: “La Torino-Lione si farà. Punto. Non è più in discussione. E’ irreversibile, in avanzato stato di realizzazione” (frase testuale al minuto 71’ e 30” “stato di avanzamento di realizzazione”). Sul concetto di irreversibile ho scritto oltre un anno fa (http://goo.gl/U8ySqu) e non mi ripeto. Ricordo solo che il mondo va da un’altra parte. Il Pianeta e la vita sono continuamente adattabili, la reversibilità è garanzia di miglioramento, gli irriducibili finiscono sempre nei vicoli ciechi dell’evoluzione (pensate al Dodo: ha “deciso” di non volare più, non poteva più tornare indietro, è stato sterminato in pochi decenni). Per un approccio filosofico si vedano Funtowicz e Ravetz, che hanno formulato la scienza post-normale ormai vent’anni fa ma a Roma nessuno se ne è accorto. Passiamo oltre.
Concentriamoci allora sull’avanzato stato di realizzazione. Abbiate pazienza. Siamo noiosi, cocciuta-mente fissati a studiare le carte e svelare bluff. Un Sindaco, mercoledì, ci ha dato dei “rompicoglioni”. Voleva farci un complimento…
Dunque: prima di tutto, ecco una mappa sintetica del progetto Torino-Lione completo.
Come sempre, deriva da un documento ufficiale dei proponenti. In questo caso, dall’Analisi Costi-Benefici presentata a Roma il 26 aprile 2012. E’ a grande scala, con pochi dettagli, ma adatta al nostro scopo perché mostra i tunnel dove correranno – forse – i futuri treni. 7 gallerie principali equamente divise: 3 in Francia, 3 in Italia e una sotto il confine, più qualche altra minore da entrambi i lati. Sono lunghe complessivamente 184 km sui 270 tra Lione e Torino, il 68 %. Trascuriamo grossolanamente tutti gli altri lavori necessari alla nuova ferrovia: le stazioni, le linee elettriche, i binari, l’armamento, i viadotti, le aree di sicurezza, gli edifici tecnici, ecc. Concentriamoci sui buchi, perché qualcuno esiste davvero e viene raccontato nei telegiornali. E poi le gallerie sono così simboliche ed evocative!
Allora, di questi benedetti tunnel, cosa è stato scavato al 21 gennaio 2015 (giorno della dichiarazione del ministro)? Zero. Cosa sarà scavato in questo 2015 appena iniziato? Zero. Cosa ha raggiunto, almeno, la progettazione definitiva, necessaria per chiedere il finanziamento all’Europa o per bandire gli appalti? Zero. Niente sul lato italiano e ancora meno su quello francese. Le uniche opere che, benevolmente, possiamo concedere al ministro sono tre cunicoli di servizio finiti in Francia nel 2010 e un pezzetto di quello italiano, a Chiomonte, arrivato a 2 km sui 7,5 previsti. Totale: 11 km, una miseria, tanto che gli stessi proponenti nemmeno li disegnano sulla cartina. Meno del 6% della lunghezza finale dei veri trafori, i quali a loro volta, come visto, sono 2/3 dell’intera linea Torino-Lione. E di tutto il resto, ovviamente, non c’è traccia. Nemmeno dei soldi per farla, figuriamoci dei lavori. Una situazione desolante, altro che “avanzato stato di realizzazione”. Povero ministro. Deve avere avuto un lapsus. Voleva dire “avanzato stato di decomposizione”. Su questo, concordiamo. La Torino-Lione è morta. E’ ora di farle l’autopsia per individuare gli assassini. Chi l’ha uccisa?