Oggi incontriamo un operaio della Valle di Susa, ti chiediamo di presentati: chi sei e che lavoro fai?
Ciao, mi chiamo Melardi Graziano, abito a Vaie e sono un operaio con qualifica di montatore. Lavoro in una ditta della Val di Susa.
Quando hai iniziato questo lavoro? Che tipo di rapporto ha avuto e ha questa tua scelta col tuo rapporto di vita in questo territorio?
Ho iniziato a lavorare dopo la scuola, a 16 anni ho finito la terza media e ho deciso di andare a lavorare in fabbrica, ma lavoravo in un’altra ditta. In questa è da 5 anni che lavoro. Cosa ha cambiato nella mia vita questo percorso? Pensavo che avrebbe cambiato qualcosa: volevo mettere su famiglia e ora ho una famiglia con 2 figli da mantenere, ma se devo dire la verità se potessi tornare indietro continuerei a studiare, sicuramente però non qui.
Il tuo lavoro è ovviamente inserito in un sistema economico più grande e in una società più ampia di questo territorio: che tipo di rapporti hai con questo sistema economico? Hai mai usufruito di contributi o aiuti alla tua vita o alla tua famiglia, anche in riferimento a questo momento di crisi?
Non ho mai usufruito di nulla: nel sistema in cui siamo, oggi come oggi, in questo territorio, e in tutta Italia, a noi, povera gente o operai, non viene riconosciuto nulla. Siamo dei numeri per la società in cui viviamo. Quindi non ho mai usufruito di nulla, per mia fortuna o sfortuna che sia.
Come tutte le attività economiche, come tutti i cittadini, sei immerso anche tu in un momento difficile, in una crisi economica particolare: che tipo di ripercussioni sta subendo il tuo lavoro, o più in generale la tua vita? E che tipo di prospettive vedi?
Come ho già spiegato prima ho due figli piccolini che vanno a scuola. Quindi ovviamente ho delle spese, come tutte le persone di questa valle e d’Italia hanno. Il lavoro non c’è, manca. Quel poco che c’è non basta, quello che guadagniamo non basta. Sinceramente speravo di vedere una valle rosea, un futuro roseo, ma stiamo arrivando a vedere nero, solo più nero.
Rispetto alla scelta di vivere e lavorare in questo territorio, hai mai pensato nella tua vita di spostarti e di fare altro in favore di prospettive migliori, magari dal punto di vista economico?
Io sono nato in Val di Susa e cresciuto in Val di Susa, i miei figli sono nati in Val di Susa: spererei, me lo augurerei con tutto il cuore, che la Val di Susa, come anche l’Italia, si riprendesse. Ho pensato di andar via, ma sinceramente preferisco stare qua e continuare a lottare per un futuro migliore per i miei figli, soprattutto per i miei figli.
Che tipo di prospettive vedi per questa terra? Tutti ormai sanno della minaccia dovuta al TAV Torino-Lione e dell’apertura a Chiomonte del primo cantiere: tu cosa ne pensi, al di là del tuo lavoro e del tuo singolo percorso di vita?
Le infrastrutture che vogliono fare, che continuano a fare, che sono già state fatte in Italia, sono fumo negli occhi per noi persone della valle, persone normali e quindi di basso rilievo. Oggi come oggi qua, in Val di Susa, vogliono farne un’altra, che a mio modesto parere non ha un senso. La Torino-Lione, il TAV, non hanno un senso vero e proprio, non portano nulla a noi persone normali, a noi operai. Dicono che porterà lavoro e miglioramenti alla valle e ai trasporti: ragazzi, venite qua in valle, guardate la nostra valle, guardate quello che c’è e quello che si potrebbe fare per migliorare ciò che c’è già! Perché andare a spendere tantissimi soldi, perché il TAV come si sa è un’infrastruttura che costa parecchi soldi, quando siamo in crisi e non abbiamo di che mangiare? Andiamo a spendere soldi per bucare una montagna e per fare che cosa? Per far viaggiare un treno quando abbiamo già una ferrovia? Perché non mettere a posto la ferrovia che abbiamo? No, spendiamo soldi per farne un’altra. Per come la vedo io, anche se non lavoro nelle ferrovie nè nei trasporti, è una cosa veramente assurda spendere soldi per questa cosa. Spendiamo i soldi per fare i sovrappassi, piuttosto! O per rimettere a posto la ferrovia che abbiamo già! Abbiamo una ferrovia su due binari: può viaggiarci benissimo un treno ad alta velocità, basta rimetterla a posto. Spendiamo soldi per rimettere a posto la ferrovia che abbiamo già.
Si parla giustamente di lavoro e cantieri: visto il momento di difficoltà tua lavorativa che ci dicevi prima e di questo territorio in genere, se ti proponessero domani di andare a lavorare in un cantiere per l’Alta Velocità tu cosa risponderesti?
Papale papale risponderei picche, cioè direi di no. Ma se mi dovessero chiedere “abbiamo bisogno di personale per rimettere a posto il nostro tratto ferroviario”, io domani mollerei il mio lavoro per andare a fare quello. Questo non rovinerebbe la valle. La Val di Susa è ancora una delle poche in cui c’è ancora del verde: perché continuare a mettere cemento, a mettere su cantieri che non hanno un senso? E poi chi lavora al TAV? Io non conosco gente del Piemonte o della Val di Susa che viene qui per lavorare al TAV. Vorrei sapere chi è questa gente che ci sta già lavorando. Da dove arrivano? Chi sono? Noi siamo della valle: siamo noi che dobbiamo lavorare qui, non gente di fuori. E non dobbiamo lavorare per il TAV, ovviamente. Quindi se mi dicessero “rimettiamo a posto la ferrovia vecchia” domani mollerei il mio lavoro, anche adesso mollerei, smetterei l’intervista e andrei a lavorare, ma sicuramente non farei lo stesso per il TAV. Non buchiamo una montagna ragazzi, i nostri figli devono crescere con un’aria pulita, non malsana.