C’è lavoro e lavoro ma c’è anche casa e casa in Valle di Susa, a seconda dell’altitudine, dell’ubicazione, del contesto.
E così si parla di baracca in Clarea, intorno alla quale fioriscono le udienze anche in questi giorni, per abuso edilizio, ma che sono nello stesso tempo l’unico provvidenziale riparo ai vari soldatini di turno al cantiere e che stano a fare la guardia al cancello sulla strada un tempo della via francigena.
Qui baracca (abusiva su un terreno di proprietà) ma altrove la stessa costruzione potrebbe essere definita monolocale nel verde (di un tempo), cottage, dacia a qualche latitudine più a nord, luogo comunque ambito, spesso di prezzo non proprio contenuto e luogo dove ospitare parenti ed amici.
Un tempo anche questa piccola casa dietro le alte recinzioni e cantarine era luogo di accoglienza mentre ora (almeno per il momento) sta a ricordare un popolo che non s’arrende alle sorde orecchie interessate a far fortuna (propria).
Secoli fa questa storia la si sarebbe certamente raccontata sulla parete della chiesetta della frazione di Giaglione, a S. Stefano, dove in bella mostra si possono ammirare le sorti di coloro che scelgono le virtù e quelli che scelgono i vizi… certo se si dovesse dipingere oggi, oltre ai pentoloni d’olio bollente tra i viziosi potremmo vedere umani ingoiare chilometri e chilometri di binari…
Comunque, sta di fatto, che nel cantiere la piccola casa no tav ci sta stretta, questo mentre dentro il recinto si continuano a costruire muraglioni di pietre e cemento, si posano altrettanti chilometri d’asfalto, si guarda stupiti ad una moria di pesci, sopraffatti da tanto macello (?) E si costruiscono case, casette, l’ultima in via di allestimento a due piani, con vista sulla talpina di sotto (tramortita anch’essa, parrebbe soprattutto più desiderosa di affrontare un lungo letargo… (in compagnia… perché più a valle un’altra talpina sta proseguendo il suo letargo eterno…) Questo mentre la montagna rimane perennemente illuminata, violentata da tanta luce onnipresente e da altrettanto vergognoso rumore… Che si voglia cambiare progetto e che il futuro in Clarea sia di un villaggio con visita guidata alla talpa e con gare di trial su per le ripide salite? ) Ancora non è dato saperlo.
Ma intanto in questo luogo “da favola” è iniziata la storia di Hansel e Gretel, portati a perdesi nel bosco ma che ritrovarono la via di casa seguendo le tracce lasciate sul terreno… Chi se la ricorda questa fiaba? Certamente la conoscono i tecnici che hanno tracciato dal cantiere su fino alla centrale collocata a fianco dello svincolo autostradale tanti numeri e segni rossi, diligentemente, con i loro strumenti di precisione… Di qui dovrebbe passare il cibo elettrico per la talpina, una sorta di lungo, lungo cordone ombelicale…
Insomma, in quella che era la quiete di un tempo, ora finalmente si lavora… Tanti gironi infernali intorno al bosco di un tempo…. I pesci muoiono, gli uccelli stanno lontani, anche gli insetti… come in un muto passa parola la natura sta dicendo che comincia ad essere proprio risentita… natura che da mamma potrebbe trasformarsi in matrigna…
Gabriella Tittonel
5 novembre 2013
S. Zaccaria