Come era prevedibile, Ltf&affini non hanno digerito la volontà dei parlamentari di effettuare un’ispezione all’interno del cantiere della Maddalena. Dall’atteggiamento si comprende bene il timore che l’apparato ha, visto che tiene tutto su con la connivenza dell’informazione e della magistratura.
Diciamo questo perchè sono molti gli atti dei quali Ltf dovrebbe rispondere: costi esorbitanti, normative poco chiare, ditte quanto mai imbarazzanti e molto altro.
Ma del resto è un cantiere militarizzato quello di cui parliamo. E come avviene per le zone di guerra tutto è contigentato. C’è solo un piccolo problema che va tenuto in considerazione: non siamo in guerra e quella non è la casa privata della società LTF (a proposito lo sapevate che è nata nel 2009 per rispondere alla saturazione della linee esistenti?)
Tremano…e infatti si permettono di trattare a mezzo stampa una delegazione di parlamentari della repubblica come turisti, ma solo in questo caso, perchè il cantiere ha sempre aperto le porte ad ogni “onorevole” fan del tav in passato. Si permettono anche di fornire liste di proscrizione su chi può accompagnare i parlamentari e chi no, cosa quantomai curiosa.
(Leggi: Marco Scibona sulla presenza di “pregiudicati” alla giornata del 23 marzo in Valsusa e Perché i parlamentari 5S entreranno dove e come vorranno al cantiere de La Maddalena.)
Hanno dichiarato, ma non abbiamo ancora visto nulla di scritto, che impediranno la visita a Alberto Perino,Lele Rizzo e Luca Abbà perchè con i tre notav ci sono conti in sospeso… La Stampa afferma”Alcuni di loro sono stati citati, anche sotto il profilo civilistico (per gli ingenti danni provocati dai raid violenti, dai costi «gonfiati» a causa dell’istituzione dei presidi interforze, di cui potrebbero presto personalmente rispondere con i loro patrimoni), più tutti gli altri e gravi profili penali.”
La Repubblica scrive “Sono persone con cui abbiamo in corso cause legali per i contnui attacchi al cantiere che peraltro è una struttura privata e soprattutto non è un’installazione militare – spiegano i responsabili di Ltf – non abbiamo niente in contrario alla visita dei parlamentari Cinque Stelle che saranno accolti come sono stati accolti tutti coloro che hanno voluto vedere l’andamento dei lavori in quanto non abbiamo nulla da nascondere”.
Insomma siamo a casa nostra e facciamo entrare chi vogliamo, e tutto questo supportato dal solito Stefano Esposito che senza Tav non saprebbe veramente cosa fare in questo mondo che lo ha sempre ignorato.
Vedremo domani chi entrarà e chi no, se saranno valide le ragioni di Ltf o quelle della Repubblica Italiana, sta di fatto comunque che non sarebbe la prima volta che dentro il cantiere entra qualcuno con condanne o rinvii a giudizio alle spalle: vero Massimo Numa? Cogne Bis dice qualcosa?