“i compagni vanno amati, rispettati, liberati!” Onda Rossa Posse – Omaggio a Sante
Oggi è il compleanno di Giorgio, il cinquantesimo per la precisione, e lo passerà in cella, detenuto nel carcere di Saluzzo in una sezione di isolamento. Giorgio non amerà sapere di questi auguri “pubblici” ma visto che la sua posta sarà letta da qualche secondino, preferisco così. Un timbro censura è apposto su tutta la sua corrispondenza, ennesimo atto inaccettabile in questo percorso di carcerazione che dura da oltre tre mesi.
Giorgio, voglio dirlo senza mezzi termini, è un prigioniero politico, so che la terminologia può sembrare eccessiva per alcuni, ma così è. Al pari degli altri notav ancora reclusi nelle galere.
Il tempo della carcerazione, i modi e i capi d’imputazione sono senza dubbio spropositati per un detenuto in attesa di giudizio accusato di resistenza a pubblico ufficiale, e quindi c’è solo un motivo per cui Giorgio continua a vedere il sole a scacchi, cioè che è carcerato per quello che è lui, come persona, come compagno, come Notav. E’ prigioniero di un potere che attraverso la magistratura si vendica nei confronti di chi, come lui, come noi, lavora con metodo a erodergli spazio, a togliergli ossigeno attraverso lotte e movimenti sociali.
La storia di Giorgio è chiara e lampante (rimando alla sua intervista per conoscerla meglio), e anche nel luogo dove le istituzioni diventano totali non ha mai abbandonato lo spirito della lotta collettiva, riportando in carcere, forme di lotta non individuali allarmando da subito un sistema abituato a gestire la vita carceraria con premi e ricatti, e che quindi ha reagito immediatamente isolandolo (insieme ai trasferimenti degli altri notav).
Ancora una volta, ha dato l’esempio di come anche in uno spazio ristretto come quello tra le sbarre, ci possa essere conflitto, aggregazione e organizzazione.
Conosco Giorgio da quasi vent’anni e sono sincero nel dire quanto mi mancano i momenti insieme, dalla discussione alla battaglia.
Noi fieri Autonomi nel tempo che passa, non ci siamo mai fatti affascinare dalle sirene delle istituzioni e abbiamo sempre scelto strade difficili, lontani dai ghetti, prediligendo il collettivo al semplice individualismo, intendendo la militanza come un valore aggiunto alla propria vita, senza preoccuparci di stare sotto i riflettori.
Buon compleanno Wallace, dalle valli e alle metropoli.
Lele