Dalla pagina facebook di Sandro Plano “Primarie del PD. Ho presentato la mia candidatura alle Primarie del PD con il sostegno di 412 tesserati. Il regolamento prevede un quorum di 400 firme di iscritti nel 2011. Nell’esame delle schede la Commissione elettorale ha rilevato 20 iscrizioni effettuate solo nel 2012 e pertanto non ho raggiunto la cifra richiesta per una differenza di 8. Ho presentato ricorso alla Commissione regionale di garanzia chiedendo il riesame dei tabulati. Nella seduta odierna il risultato negativo è stato confermato. confesso di essere profondamente dispiaciuto. Le regole sono regole, non le condivido ma le accetto. Constato che le modalità di scelta dei candidati sono ancora tutte da scrivere e che le zone di montagna non hanno certo un trattamento di favore rispetto ai grandi numeri della Città. Preferisco sorvolare sul comportamento di alcuni miei “amici” di Partito e voglio ringraziare di cuore tutti coloro che mi hanno aiutato, chi ha messo firma e faccia, chi è stato particolarmente coraggioso nel dichiarare il suo appoggio per me, i miei colleghi e anche chi, in perfetta buona fede, ha sbagliato. Ringrazio la Commissione elettorale e la Commissione regionale di garanzia per lo scrupolo e l’onestà intellettuale che hanno usato nell’esaminare questo problema”
Un segno dei tempi che corrono la bocciatura della candidatura di Sandro Plano alle primarie del Pd. Paura, paura dei no tav, sempre e comunque, alle reti, nelle piazze, anche alle elezioni. Paura di un movimento ma paura di idee e persone che pensano, libere da interessi o tornaconti personali. Paura di vedere un cambiamento reale, paura di non riuscire a frenare un qualcosa che dilaga e che porta con sè la negazione e la distruzione della casta. E’ così che arriva la bocciatura di Plano alle primarie con giorni di trepidazione e urla nelle file del partito a Torino e a Roma. Stiamo parlando dell’ex sindaco di Susa e oggi presidente della comunità montana che porta con sè le istanze di una piccola valle alpina e un bacino di tesserati pd di appena 300 unità. Per la sua raccolta firme ha infatti attinto anche al bacino della cintura e della città di Torino. Ma allora perchè tanta paura? Un segno della tanto sbandierata democrazia e del cambiamento, a parole sì ma nei fatti mai, ieri oggi e domani con Monti, con le banche, per i grandi affari e l’alta velocità, mai per i cittadini o per chi come in valle di Susa sogna un futuro libero e diverso. Contro di lui e la sua candidatura tutti i poteri forti del pd Stefano Esposito in testa che minacciando le sue dimissioni in caso di candidatura da solo spiega l’aria o meglio l’olezzo che si respira in questo partito. A ruota contro ancora tanti altri fino ad arrivare al politicamente defunto Ferrentino che arriva a presentare un suo candidato farsa per la valle di Susa raccogliendo una trentina di firme a suo favore tra familiari e raccomandati suoi che riescono a dare un ulteriore freno a Plano. Nulla di nuovo insomma ma niente che non meriti di essere discusso, una ulteriore lezione di PD per chi ancora non avesse capito.