Dopo oltre un anno di pandemia e delle sue inevitabili conseguenze, e in seguito all’ignobile operazione di occupazione dei terreni a San Didero dello scorso aprile, c’era da aspettarsi un’assemblea popolare No Tav come quella di ieri sera, partecipata ed entusiasta in vista della Marcia Popolare del 12 giugno e delle prospettive della consueta estate di lotta in Val di Susa.
Arriviamo da due anni in cui le lotte sociali e territoriali hanno subito uno stop forzato da cui è necessario trovare una forma collettiva per ritrovarsi in un percorso di confronto e incontro che sia in grado di mettere al centro i bisogni primari di ognuno, come salute, ecologia e lavoro.
Dai molti interventi che si sono succeduti durante l’assemblea di ieri, è risultata lampante l’urgenza di rimettersi in marcia partendo proprio dai territori più colpiti dal virus che ben conoscono lo stretto rapporto tra inquinamento, sfruttamento della terra e dell’uomo e salute causato anche dallo sperpero delle risorse pubbliche in progetti come quello dell’alta velocità in Val di Susa, al posto di investirli nella sanità pubblica e in progetti che siano in grado di scardinare un modello di sviluppo esclusivamente distruttivo per il pianeta.
Non sono mancate le considerazioni rispetto al periodo della pandemia anzi, per essere più precisi, a quelle che dovrebbero essere le priorità in un paese dove il sistema ha mostrato a tutti la sua insufficienza.
Se già durante lo sorso lockdown infatti, con la sanità al collasso, ci aspettavamo che questa drammatica situazione ci portasse a cambiare proprio questi paradigmi di vita devastatori, a maggior ragione in questa primavera dove si continuavano a contare i morti per il Covid-19, Governo e Telt hanno continuato dritti sulla propria strada svendendo la salute e il futuro di un’intera popolazione, destinando ingenti risorse pubbliche all’apertura dell’ennesimo cantiere devastante per la costruzione di un nuovo autoporto a San Didero. Un sito che ha l’unico obiettivo di ospitare Tir. Con la prossima chiusura del tunnel del Monte Bianco è decisamente probabile che la gran parte del traffico del trasporto di merci su gomma sarà dirottato proprio nella nostra Valle, rendendo così anche la seconda canna del Traforo del Frejus di fatto operativa. Dunque Telt, con il bene placido del Governo attraverso il Ministero della Transizione Ecologica, costruisce un ricovero per i camion, mentre continua a raccontare la favola della NLTL (Nuova Linea Torino Lione) come un’opera “green” in grado di diminuire il traffico su gomma e di favorire così le nuove politiche europee volte a diminuire drasticamente le emissioni di CO2. Peccato che, come ci hanno confermato i tecnici No Tav in uno dei molti interventi ieri sera, quest’opera nella sua costruzione, che vedrà il passaggio di 8000 camion al giorno, produrrà circa 10 milioni di tonnellate di CO2 che verranno “recuperate” non prima di 70 anni. Un futuro decisamente insostenibile per il nostro territorio e per il pianeta, soprattutto all’alba di un’emergenza climatica che si sta facendo sempre più presente nella vita quotidiana di ognuno di noi.
Una preoccupazione che vede attente e attive anche la gran parte delle amministrazioni della Val di Susa che, attraverso le voci del presidente dell’Unione dei Comuni e dei sindaci di Bussoleno e San Didero, hanno dichiarato la propria presenza alla marcia del 12/06 pronte a difendere l’ambiente e la propria terra, definendo inaccettabili i progetti di San Didero e dell’Alta Velocità in quanto dannosa e inutile specie in questo momento storico.
Altre considerazioni hanno poi approfondito le prospettive di lotta, a breve e più a lungo periodo e l’assemblea ha convenuto sulla necessità di contrastare la militarizzazione della valle, creare disturbo ai lavori e continuare a denunciare l’inutilità e la pericolosità dell’opera in tutti i luoghi immaginabili, istituzionali e non.
La grande marcia popolare del 12 giugno sarà dunque un punto di partenza di un’estate di lotta che vuole protagonisti tutte e tutti coloro che hanno a cuore un futuro libero dalla devastazione della terra e dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, per un mondo che sia realmente diverso in cui si possa crescere e vivere dignitosamente.
La situazione legata alla pandemia ha ulteriormente reso difficile portare avanti le lotte, se già il diritto al dissenso è stato negli anni messo sotto attacco, con gravi forme di controllo, le restrizioni imposte nel nome della “tutela alla salute” hanno complicato le possibilità di costruire una conflittualità politica e dal basso capace di portare avanti le giuste ragioni che tanti territori in tutta Italia urlano a gran voce. Dalla Sicilia alla Valusa sono tantissime le realtà in lotta che molto hanno da rivendicare.
Di fronte a noi si prospetta un’estate ricca di iniziative per cui sarà importante costruire un percorso di lotta condiviso perché la posta in gioco è davvero troppo alta. Il 9 e il 10 luglio a Venezia si terrà il G20 sulla finanza, mentre a Napoli il 22 luglio il G20 sul clima. Due appuntamenti di confronto politico internazionale, all’interno dei quali i 20 paesi più forti del mondo si confronteranno per discutere delle politiche condivise, due appuntamenti dove sarà necessario portare la voce di tutti quei territori che con coraggio continuano a cercare di contrastare questo sistema che impoverisce i più deboli, arricchendo le fasce già ricche e più potenti.
A questo proposito è già in essere la “Carovana ambientale per la salute dei territori”, il percorso che, attraverso delle tappe, costruirà un ragionamento comune e di rilancio all’interno del quale trovare insieme le modalità e le forme per contrastare chi continua a governarci con la lente che guarda solo al profitto e alla conseguente cementificazione dei territori. Invece, l’obiettivo della Carovana Ambientale è quello di unire le lotte per ripartire in modo diverso, verso un mondo meno inquinato, più libero e sostenibile.
Su queste basi si posa l’Assemblea nazionale dei territori in lotta che il 13/06 si riunirà a Venaus, in cui ogni territorio in lotta avrà l’occasione di confrontarsi sulle proprie esperienze in questi ultimi faticosi anni in cui si è stati costretti a fare i conti con l’emergenza Covid-19, che ha messo in evidenza tutti i punti critici del modello di sviluppo ormai marcio in cui stiamo vivendo.
Si scaldano i cuori quindi per questa lunga estate che vedrà la Valle protagonista.
Il 25-26-27/06 sarà la volta di una tre giorni in località “Gravella” (Chiomonte) ricca di iniziative, dibattiti e momenti di socialità per poi seguire, nel mese di luglio, con i campeggi dei Giovani No Tav e il campeggio di lotta durante il quale farà tappa la “Carovana ambientale per la salute dei territori”.
Cominciamo quindi incontrandoci sabato 12 giugno alla Marcia Popolare No Tav perché dalla nostra Valle si alzi un grido capace di far parlare tutti i territori che hanno chiaro il futuro che vogliamo costruire tutte e tutti insieme, un futuro libero dalle devastazioni ambientali e dalle ingiustizie sociali.
Avanti No Tav!